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CERTA GIUSTIZIA E’ CONCIME PER LA MAFIA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
18/07/2022
in EDITORIALI
CERTA GIUSTIZIA E’ CONCIME PER LA MAFIA
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TE LO LEGGO IO

La giustizia è probabilmente solo quella divina, anche se gli atei non saranno d’accordo. I comuni mortali, almeno dalle nostre parti, sono unanimi nel considerare non socialmente soddisfacente la gestione dei processi penali, civili e amministrativi. Una valutazione tutt’altro che disfattista, pregna di preoccupazione per il crescente disagio nei pochi che ancora hanno e usano i cervello.

Le recenti decisioni del Tribunale di Caltanissetta e della Corte di Assise di Frosinone, che hanno sbalordito il quisque de populo nonostante la radicata assuefazione del “dai, non è possibile”, riguardano vicende rispettivamente del 1992 e del 2001. In entrambi i casi, il depistaggio come ingrediente d’obbligo. In entrambi i casi, nessun colpevole.

Le torbide atmosfere dell’omicidio di Paolo Borsellino e della sua scorta a Palermo e di Serena Mollicone ad Arce sono un saggio dell’inquinato contesto in cui viviamo, dove qualcosa (e forse non solo qualcosa) non funziona.

La discutibile reazione di chi ha assistito alla assoluzione degli imputati di omicidio e occultamento di cadavere è sfociata in un conato di linciaggio delle persone appena riabilitate dalla sentenza. La reprensibile condotta di chi non ha gioito alla pronuncia della Corte forse è figlia delle troppe stranezze che hanno costellato il calvario giudiziario, in cui spiccano il tempestivo suicidio di un sottufficiale dell’Arma che avrebbe visto la ragazza entrare in caserma il giorno della sua scomparsa e l’asportazione di parti del corpo dal cadavere riesumato della povera Simona che avrebbero potuto offrire elementi biologici utili alle investigazioni…

La rabbia prescinde dalla attenta lettura del “dispositivo”, se ne frega della bravura degli avvocati e dei consulenti spesso trionfanti per ammirevole bravura professionale (e “fragilità” avversaria) e non necessariamente per la verità accertata e certificata in aula. La rabbia è sorella della sfiducia ed è incinta della ricerca di una soluzione alternativa ai problemi di convivenza civile.

Se lo Stato non risponde, se lo Stato è assente o ancor peggio tollera che qualcuno “bari” per cambiare il destino dei diretti interessati e dell’intera collettività, se lo Stato impiega venti o trent’anni a (non) stabilire quel che è successo, è fin troppo naturale che qualcuno (ateo laico, miscredente del diritto, agnostico di qualsivoglia valore etico) indirizzi la sua attenzione verso interlocutori di più efficace riscontro.

Il successo imprenditoriale della criminalità organizzata poggia proprio sul concreto presidio del territorio (altro che Comandi “citofonici” o accorpamento di reparti per la spending review…), sulla rapidità di intervento e sulla garanzia di inappellabilità del loro poco convenzionale “rito abbreviato”…

Storicamente la gente poco coccolata dalle Istituzioni ha sfogato i dispiaceri e lamentato presunte iniquità e prevaricazioni rivolgendosi a chi – senza alcun contratto di outsourcing con le Forze dell’Ordine – garantiva di occuparsi di qualunque faccenda in cambio di gratitudine, obbedienza, contribuzione finanziaria…

Una grande donna di nome Stella Rimington (la prima “in rosa” ad assurgere ai vertici di un Servizio Segreto, che fu numero 1 del celeberrimo MI5 britannico dal 1992 al 1996) insisteva nel dire che per sconfiggere il terrorismo occorreva eliminarne le cause.

Se si decidesse di mutuarne il ragionamento, per mettere spalle al muro la mafia basterebbe far funzionare lo Stato e le sue articolazioni, contrastando i sistemi clientelari, troncando l’interferenza dei partiti e dei loro rappresentanti nei concorsi, nell’assegnazione di incarichi e nelle progressioni di carriera, spezzando la catena che rende la politica suddita di chi ha i voti che servono per conquistare un seggio…

Chi si rivolge al politico per una cortesia, potrebbe trovarsi a chiederla indirettamente a chi – non sempre emulo di Madre Teresa di Calcutta – gli ha consentito di totalizzare le preferenze necessarie per sedere in Parlamento. E prima o poi viene presentato il conto apparentemente in capo al debitore beneficato, ma alla fine “saldato” da chi subirà l’abuso o l’angheria richiesta dal boss di turno o da chi con lui vuol fare bella figura.

La giustizia non è solo quella che si fa in udienza.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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