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DUE SUICIDI IN GUARDIA DI FINANZA QUESTA SETTIMANA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
07/11/2021
in EDITORIALI
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Michele è l’ultimo di una lunga e interminabile serie, il secondo di questa settimana.

La mattina del 4 novembre si è alzato presto.

Giornata importante quella della Festa delle Forze Armate, piena di cerimonie e pubbliche celebrazioni. Lo sanno tutti. Michele però sa qualcosa di più. Qualcosa che forse non ha confidato, che non ha saputo spiegare, che non ha avuto il coraggio di tirare fuori, di cui nessuno è stato capace di accorgersi e di domandargli il banale e spesso di rito “Tutto bene?”

Giornata drammatica il 4 novembre. Per lui, per la famiglia, per chi lo conosceva, per chi gli voleva bene.

Michele deve partecipare ad uno degli eventi commemorativi ma ha ben chiaro che lo schieramento avrà un posto vuoto.

Arriva al Ponte di San Vito a Ragusa e lì spicca il volo verso il cielo.

Non si conoscono le ragioni di quel gesto estremo e qualunque ne sia stata la radice non bastano le lacrime a sedare la rabbia che istintivamente fa urlare un tanto naturale quanto inutile “perché?”.

A dire il vero i “perché” sono più di uno. Non interessa soltanto la ragione del disperato salto nel vuoto, ma anche e soprattutto il motivo per il quale nessuno in ufficio (colleghi e superiori) si sia reso conto del disagio che stava tracimando e si accingeva a travolgere Michele…

Nel 1993 Michele è stato uno dei miei collaboratori. Faceva l’autista al Segretariato Generale del Ministero delle Finanze, quando io ero nello staff dell’indimenticabile Gianni Billia.

Fresco di corso alla Scuola Allievi Finanzieri, era solerte e disciplinato, forse poco espansivo (la poca esperienza fa esser timidi) ma certo non imperscrutabile. Era la mascotte di quella piccola unità “in divisa” nella pancia “civile” del Ministero, coccolato e simpaticamente sfottuto con l’affettuoso nomignolo di “Posalaquaglia” per la sua disponibilità a svolgere qualunque incarico gli venisse assegnato.

Mi è difficile credere che Michele sia riuscito a blindare il suo malessere al punto che nessuno lo potesse percepire.

Ho fatto il comandante, l’ho fatto pretendendo dai miei “ragazzi” l’impossibile, facendo per loro tutto quel che era nelle mie possibilità e qualche volta pure di più. Mi bastava guardarli negli occhi per capire se qualcosa non andava e non potevo assolutamente permettermi che ci fossero preoccupazioni o problemi, quasi mi pesasse la responsabilità di esser capace di dar loro una mano. Ero convinto (e lo sono tuttora) che il sentirsi chiamare “Comandante” fosse la più onerosa delle soddisfazioni. E’ una parola che – a mia volta – ho riservato ad una striminzita manciata di miei superiori meritevoli di un così gravoso appellativo, chiamando tutti gli altri con il “signor” seguito dal grado da loro rivestito. “Comandante” bisogna meritarselo e pochi ne hanno davvero diritto.

Comprendo sia difficile farsi carico dei “casini” degli altri, ma è proprio lì che sta la differenza tra un “Comandante” e un “superiore”. I superiori si dimenticano al primo cambio di incarico, i Comandanti – quei pochi – restano impressi nell’anima perché il loro cuore era capace di ospitare le paure, le difficoltà e i dolori di chi è alle dipendenze.

Michele è morto a due giorni di distanza di Francesco Saverio, maresciallo ordinario eufemisticamente “trovato senza vita” a Lodi. In comune non solo il doloroso epilogo, ma anche il 1991. Era l’anno di arruolamento di Michele, quello di nascita del giovane collega sottufficiale suicidatosi in Lombardia.

In comune hanno anche il messaggio a ciclostile con cui il Comando di appartenenza introduce con il consueto “A preliminare informazione si rende noto che…” e si conclude con la frase di rito “Sono in corso le procedure per attivare il supporto psicologico nei confronti dei familiari”.

In alcuni casi la solerzia degli incaricati alla redazione del “radiomessaggio” è tale da far sì che siano informate le “Superiori Gerarchie” prima dei genitori, come è successo con Francesco Saverio dove si legge che il Comandante Provinciale “sta contattando la famiglia del militare che risulta vivere a Napoli”…

Quel messaggio rimbalza spesso sulle chat dei gruppi di finanzieri che adoperano WhatsApp e il poveretto di turno ottiene finalmente quei 30 secondi di attenzione che magari avrebbe voluto nei giorni precedenti il drammatico togliersi la vita. Il suo nome, accompagnato al numero di matricola, per un istante diventa famigliare anche a chi non lo ha mai conosciuto, nome che chi lo aveva di fronte tutti i giorni probabilmente non abbinava ad un volto, ad una vita o ad un problema che meritava un briciolo di attenzione.

Ad ottobre del 2018 scrissi di queste cose in un mio pezzo su Il Fatto Quotidiano a ridosso della tragica scomparsa di un mio amico, il Colonnello Massimiliano Giua. Il titolo conteneva una domanda: “Suicidi in Guardia di Finanza, il malessere è diffuso. Perché?”

A distanza di tre anni quel quesito non ha trovato risposta. A quel “perché” vorrei aggiungere “cosa è stato fatto nel frattempo” oltre al roboante “supporto psicologico nei confronti dei famigliari”?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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