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GRATTERI E LA “DERATTIZZAZIONE” DELL’ITALIA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
18/03/2021
in EDITORIALI
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Se a Nicola Gratteri, ai suoi sostituti procuratori e alla polizia giudiziaria fedeli al giuramento, venisse riservato sui mezzi di informazione un centesimo dello spazio che venne dedicato alla Tangentopoli milanese, giornali radiotelevisivi e carta stampata dovrebbero rinunciare a qualsiasi altra notizia.

Se il pool di Borrelli, Colombo, D’Avigo e Di Pietro, ha lanciato una bomba a mano nello scenario tricolore, l’inchiesta della Procura distrettuale di Catanzaro riduce Hiroshima e Nagasaki allo scoppio di qualche petardo a Fuorigrotta.

Peccato che non se ne parli.

Nella puntata di “Presa diretta” di lunedì sera Riccardo Iacona ha traghettato – novello Caronte – gli italiani sulle sponde del girone dantesco del nostro Paese, prospettando l’orlo del vomitevole pentolone del putridume nazionale scoperchiato da Gratteri & C.

Il racconto traumatizzante è solo un fotogramma di un desolante lungometraggio horror, un minuscolo boccone di una tanto faraonica quanto disgustosa abbuffata di crimini e complicità, una piccola tessera dell’orripilante mosaico di una Italia che nessuno vorrebbe così.

L’indomito magistrato, il cui acume professionale e la cui ortodossia sono tali da averlo reso “inadatto” ed “indesiderato” ad assumere il ruolo di Ministro della Giustizia, è riuscito in una titanica opera giudiziaria che ha portato all’arresto di tanti personaggi di vario genere che fino a quel momento avevano avuto “capacità e poteri metereologici”, riuscendo a “fare il bello e il brutto tempo”.

Gratteri ha saputo toccare i finora “indisturbati” e “indisturbabili” caratterizzando l’azione investigativa sul non aver paura. Non incoscienza, ma piuttosto drammatica consapevolezza del prezzo che deve pagare chi sceglie intenzionalmente di fare il proprio dovere e di farlo davvero bene.

La lucida cognizione di rinunciare alla carriera, di mettere a repentaglio la propria vita, di complicare l’esistenza di famigliari e amici, di trascinare in questo vortice i collaboratori e i loro affetti: una guerra che qualcuno deve combattere e che forse in precedenza nessuno ha mai affrontato con il medesimo spirito di sacrificio.

Incarna il “servitore dello Stato” distinguendosi da quelli che sono stati – a qualunque latitudine e in qualsivoglia mansione – semplici “servitori”. È nitidamente diverso da quelli che grazie alla cieca ubbidienza (non si sa a cosa o a chi, o forse – purtroppo – lo si sa o lo si immagina) hanno scalato le gerarchie pubbliche e private, ottenuto benefici “ambientali” della più multiforme natura, raggiunto posizioni e incarichi proporzionali alla fedeltà dimostrata.

Le sue parole nell’intervista rilasciata a Iacona colpiscono allo stomaco anche chi crede di esser stato corazzato dalle peggiori esperienze, dalle iniquità quotidiane, dalle delusioni a raffica, dall’ingiustizia imperante, dalle speranze spezzate.

Ne esce un quadro più scuro dei dipinti di Caravaggio ma l’inossidabile determinazione di Gratteri è senza eguali e a tratti sembra addolcire l’amarezza di chi lo ascolta mormorando un implorante “la prego, non si fermi…”

C’è ancora chi confida in un domani migliore e non si può spegnere quella fievole fiammella. La gente spera in quella che il valoroso Procuratore della Repubblica chiama “derattizzazione” del Sistema Paese, quel “repulisti” che – per tradizione tricolore – non arriva mai a culminare nell’auspicato successo.

L’operazione “Rinascita Scott” è una frazione di una staffetta irta di ostacoli che qualcuno ha cominciato a correre anni fa sfidando i nemici che indossavano la stessa casacca, esibivano la medesima bandiera accanto alle rispettive austere scrivanie, sedevano nella “sala dei bottoni”, usavano il loro potere per falciare chi osa sfidare il malaffare…

In altra stagione ci si accorse come le “termiti” avessero divorato l’ordinamento nazionale, ma la disinfestazione giudiziaria ha determinato la mitridatizzazione di chi era scampato e di chi – arrivato dopo a più diverso titolo – ha nuovamente inquinato le viscere della società.

Il podcast di Wikiradio (Radio 3 RAI) offre – a chi non ha vissuto quella stagione – l’opportunità di ascoltare dalla voce di Benedetta Tobagi la sconfortante narrazione della vicenda P2 e della permeazione ai più alti livelli di poteri disallineati dagli obiettivi istituzionali e dall’interesse collettivo.

L’importante è non arrendersi mai. Grazie, quindi, a Nicola Gratteri e ai suoi per averne dato la più smaccata dimostrazione. Grazie di cuore.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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