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LA POLIZIA VADA A PRENDERE CHI APPLAUDE AI CARNEFICI DI WILLY MONTEIRO DUARTE

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
10/09/2020
in EDITORIALI
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Non si accontentano che sia morto. Lo continuano a prendere a pugni e a calci. E lo fanno da ogni dove e a qualunque ora.

Sono le bestie che si aggirano in Rete, che escono dalle loro fogne e si affacciano sui social con veemenza per testimoniare l’inciviltà che le contraddistingue, per ostentare la povertà di sentimenti, per mostrare una forza che non hanno nella vita reale, per sputare la rabbia e l’odio di cui sono gonfie.

E’ il branco dei miserabili, dei pavidi sciacalli con le unghie sporche conficcate nella tastiere, degli scarti dell’umanità che crede di potersi nascondere dietro ad un nome fasullo o uno pseudonimo, delle belve che contano di farla franca “perché intanto figurati se viene qualcuno a prendermi…”

Lo scempio dei post su Facebook (e sulle altre piattaforme che in queste circostanze di sociale non hanno proprio nulla) qualifica il degrado e annebbia qualsivoglia prospettiva di un anche millimetrico miglioramento futuro.

Qualcuno indaghi senza perdere tempo

Ammesso che la morte di un ragazzo possa mai servire a qualcosa, il brutale assassinio di Willy voglio sperare resusciti il senso civico della gente comune e sproni le Forze dell’Ordine a ripristinare quella legalità che in Rete sembra destinata ad essere un miraggio.

Non mi si vengano a raccontare le difficoltà operative, i problemi di extraterritorialità e transnazionalità, gli escamotage degli utenti per rendersi irriconoscibili, le poche risorse a disposizione e le troppe indagini in corso, le lunghe attese per ottenere risposta dai colossi del web per eseguire le investigazioni.

Gli infami che hanno manifestato gioia per un così drammatico evento, quelli che si sono complimentati con gli assassini, quegli altri che hanno espresso soddisfazione e i restanti che hanno messo mi piace o hanno ricondiviso messaggi indegni per la razza umana, devono essere identificati, presi, processati, condannati. Senza pietà. Senza quella pietà che loro stessi hanno negato in questa e in chissà quante altre circostanze in cui hanno preferito conficcare un chiodo o piantare una lama piuttosto che deporre un fiore.

L’anonimato non esiste e chiunque si muove online distribuisce informazioni che ne permettono la rapida individuazione e la successiva conferma. Sui social rimane traccia anche di quanto viene cancellato dopo una “imprudente” pubblicazione. Ogni post ha un suo ID cui sono agganciati data ed ora, account dell’autore, eventuale dislocazione geografica, sistema operativo adoperato, app o browser utilizzati e così a seguire.

La gente deve collaborare

Le forze di polizia senza dubbio non possono mettersi a rastrellare il web, ma questo Paese – in cui le “energie buone” ancora sopravvivono – è pronto a dimostrare la propria vicinanza alle Istituzioni e, soprattutto, non credo disdegni di segnalare le ributtanti manifestazioni di odio che si stano palesando online. La predisposizione di una scheda (approntata, questa, dalla Polizia Postale e delle Telecomunicazioni) può incanalare gli spunti operativi: indicazione del link e di ogni altro elemento ritenuto utile dagli investigatori può risolvere in un baleno la ricerca necessaria per attivare le indagini e dare avvio alla caccia degli spavaldi disseminatori di astio che fanno apologia di reato e istigano alla reiterazione di condotte assassine.

Potrebbe bastare persino un canale di comunicazione attraverso WhatsApp, i cui messaggi arriverebbero in un attimo alla scrivania giusta.

In ogni caso chi vede apparire sulle proprie pagine commenti e post che farebbero inorridire anche un serial killer non esiti a copiare quel che appare nella barra di navigazione in alto sullo schermo. Lo incolli in un messaggio istantaneo (WhatsApp, Telegram., Signal, Messenger…) o di posta elettronica e lo spedisca a chi deve intervenire.

Ci si chieda come mai la persona che osanna i carnefici sia finita tra gli “amici” di Facebook e si provveda a cancellarla dal novero delle conoscenze fatte su quello o su altro social. Certi mostri devono essere isolati e per chi vive di like o di follower peserà anche questa perdita di notorietà: il venir meno del pubblico è il primo elementare castigo per soggetti che non hanno alcun valore e che credono solo nell’esibizione e in un ipotetico seguito.

Il ruolo della politica urlata e le conseguenze del non intervenire

La violenza verbale è figlia di certi cattivi esempi. A dare il “la” a determinate inammissibili manifestazioni sono stati certi politicanti (“politici” ha ben altro significato) che cavalcano l’insoddisfazione popolare amplificando l’insofferenza e incitando all’intolleranza. I toni da arena in cui ci si scanna sono divenuti obbligatori e non servirsene  sembra costituire mancanza di coraggio: ecco la deformazione che i moderni Masaniello hanno determinato nello stesso pubblico che – dopo averne osannato l’ardire – sarà pronto a passarli per le armi.

Se a questi signori è lecito chiedere di ripristinare la civiltà del linguaggio e delle espressioni e di moderare gli atteggiamenti, alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura è altrettanto legittimo domandare di agire il prima possibile.

Quel che purtroppo leggiamo sui social è destinato a ristagnare avvelenando un contesto già fin troppo tossico. Il fatto che nessuno paghi per le responsabilità che si assume una volta alla tastiera è il concime che fa prosperare l’inciviltà.

Si identifichino questi improbabili ninja dei social e li si punisca in maniera esemplare così che tutti capiscano. Perché la legge è uguale per tutti. E lo deve essere anche nella versione digitale della nostra esistenza.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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