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BALLE COMMERCIALI TRUMPIANE

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
07/04/2025
in SCENARI
BALLE COMMERCIALI TRUMPIANE
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TE LO LEGGO IO

Nessuno più si sorprende. Come al solito il presidente Donald Trump ha infarcito il suo roboante annuncio dell’enorme aumento dei dazi imposti ai partner commerciali americani di falsità e dichiarazioni fuorvianti. Però non possono più essere considerate comportamenti folkloristici del personaggio perché definiscono la politica commerciale degli Stati Uniti e il sicuro aumento del costo della vita per per molti americani.

Ecco un rapida disanima delle trumpate, nell’ordine in cui le ha dette. Lista non esaustiva e incompleta, di origine Washington Post. Giusto per dare un assaggio.

“Per anni, i cittadini laboriosi americani sono stati costretti a sedersi in disparte, mentre altre nazioni diventavano ricche e potenti, in gran parte a nostre spese. Ma ora è il nostro turno di prosperare e, così facendo, usare trilioni e trilioni di dollari per ridurre le nostre tasse e pagare il nostro debito nazionale”.

Esagerazione lampante. Secondo Trump, gli Stati Uniti sono un paese povero, assediato da forze esterne. Delle due l’una: o è del tutto ignorante, oppure finge di non sapere. Gli Stati Uniti hanno il maggiore prodotto interno lordo del mondo e il loro PIL pro capite è molto più alto di qualsiasi altro grande paese. Il PIL pro capite statunitense è pari a circa 90mila dollari, rispetto ai $14mila della Cina, ai $58mila della Germania e ai $36mila del Giappone.

I dazi sono, in effetti, un aumento delle tasse, che grava pesantemente sui lavoratori a basso reddito. Gli economisti concordano sul fatto che le tariffe – essenzialmente una tassa sul consumo interno – sono pagate dagli importatori, come le aziende statunitensi, che a loro volta trasferiscono la maggior parte o la totalità dei costi ai consumatori o ai produttori che utilizzano materiali importati nei loro prodotti. Per una questione di elasticità della domanda e dell’offerta, se ci sono meno beni venduti negli Stati Uniti, i produttori esteri pagheranno parte dell’imposta. I produttori nazionali, di fatto, ottengono un sussidio perché possono aumentare i loro prezzi al livello imposto agli importatori.

Quindi, non solo è improbabile che i dazi riducano il deficit di bilancio, soprattutto se i consumi e quindi l’economia si contrae, ma è pure fantasia suggerire che il debito nazionale possa essere pagato con i dazi.

“Gli Stati Uniti addebitano agli altri paesi solo una tariffa del 2,4% sulle motociclette. Nel frattempo, la Thailandia e altri stanno applicando tariffe molto più alte, l’India il 70 per cento, il Vietnam il 75 per cento e altri ancora più alti. Allo stesso modo, fino ad oggi, gli Stati Uniti hanno applicato per decenni una tariffa del 2,5. Pensate a quel 2,5 per cento sulle automobili prodotte all’estero. L’Unione Europea ci addebita tariffe superiori al 10 per cento”.

Cifre dalla veridicità dubbia. L’India applica una tariffa del 50 per cento sulle motociclette, non del 70 per cento ed ha recentemente annunciato un taglio al 40 per cento. In ogni caso, la Harley-Davidson ha già aggirato questo problema assemblando in India la maggior parte delle motociclette vendute nel paese.

Trump sottolinea la bassa tariffa statunitense sulle auto straniere, ignorando che per più di 50 anni gli Stati Uniti hanno imposto una tariffa del 25 per cento sui veicoli commerciali leggeri, cifra molto più alta della tariffa europea sulle auto.

Qualcuno dovrebbe dire a Trump che il commercio può essere reciprocamente vantaggioso. L’Unione Europea è il più grande mercato di esportazione per gli Stati Uniti. Se gli europei si vendicano, i produttori americani di denaro ne perderanno parecchio. Nel commercio internazionale alcuni paesi dominano determinati mercati e non competono in altri. I francesi hanno restrizioni commerciali sul vino statunitense, proprio come gli Stati Uniti hanno restrizioni commerciali sull’abbigliamento francese.

“Toyota vende 1 milione di automobili prodotte all’estero negli Stati Uniti e General Motors non ne vende quasi nessuna. Ford vende molto poco. Nessuna delle nostre aziende è autorizzata ad andare in altri paesi”.

Affermazione del tutto fuorviante e sostanzialmente falsa. Il fattore critico sono le forze di mercato. Le auto americane vendono poco in Giappone perché i giapponesi preferiscono modelli più piccoli e più efficienti in termini di consumo di carburante. Ai cinesi invece le auto americane piacciono molto e, contrariamente a quanto sostiene Trump, sono in libera vendita. General Motors ha venduto, fino al 2023, più auto in Cina che negli Stati Uniti. Da allora le vendite sono diminuite perché la Cina preferisce ora le auto elettriche. Non è colpa sua se la GM è rimasta indietro

“E con paesi come il Canada, sai, sovvenzioniamo molti paesi e li manteniamo in vita e in attività. Nel caso del Messico, si tratta di 300 miliardi di dollari all’anno. Nel caso del Canada, si tratta di quasi 200 miliardi di dollari all’anno”.

Numeri sbagliati. Il “sussidio” al Canada presumibilmente include i benefici militari che gli Stati Uniti forniscono all’alleato della NATO, ma le cifre comunque non tornano. Nel 2024, il deficit negli scambi di beni e servizi con il Canada è stato di circa 45 miliardi di dollari; quello con il Messico è stato di circa 172 miliardi di dollari.

“Poi nel 1913, per ragioni sconosciute all’umanità, hanno istituito l’imposta sul reddito in modo che i cittadini, piuttosto che i paesi stranieri, iniziassero a pagare i soldi necessari per far funzionare il nostro governo. Poi, nel 1929, tutto si concluse bruscamente con la Grande Depressione e non sarebbe mai successo se fossero rimasti con la politica tariffaria; sarebbe stata una storia molto diversa”.

Senza senso. L’imposta sul reddito aveva lo scopo di spostare l’onere sugli americani più ricchi, perché il costo delle tariffe ricade principalmente sulle persone a basso reddito. Un grande sostenitore di un’imposta sul reddito fu Theodore Roosevelt, un repubblicano. Per quanto riguarda la Grande Depressione, molti storici dicono che lo Smoot-Hawley Tariff Act, firmato in legge nel 1930, accentuò il rallentamento economico perché scatenò una guerra commerciale globale.

“Ma dall’inizio del NAFTA, il nostro paese ha perso 90.000 fabbriche”.

Statistica dubbia. La cifra è stata confezionata dal Census Bureau’s Business Dynamics Statistics e considera tutte le imprese manifatturiere. Circa un terzo di esse occupano quattro o meno di quattro persone, il che difficilmente le rende “fabbriche”. Gli stabilimenti manifatturieri con più di 500 persone sono scesi da 4.535 nel 2000 a 3.316 nel 2022. Si tratta di un calo di circa un quarto, ovvero 1.219 che matematici informati dicono sia molto inferiore a 90.000.

“E 5 milioni di posti di lavoro nel settore manifatturiero sono stati persi, accumulando deficit commerciali per 19 trilioni di dollari. Quello [Accordo di libero scambio nordamericano] è stato il peggior accordo commerciale mai fatto”.

Non è responsabilità dell’accordo di scambio nordamericano, ma della Cina. Trump attribuisce la colpa al NAFTA, ma un fattore chiave nel declino dell’industria manifatturiera statunitense è stato l’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del commercio. Il Congressional Research Service nel 2017 ha concluso che “l’effetto complessivo netto del NAFTA sull’economia degli Stati Uniti sembra essere stato relativamente modesto, principalmente perché il commercio con il Canada e il Messico rappresenta una piccola percentuale del PIL degli Stati Uniti”, anche se ha notato che “ci sono stati costi di aggiustamento dei lavoratori e delle imprese mentre i tre paesi si sono adattati a un commercio e agli investimenti più aperti tra le loro economie”.

“Apple spenderà 500 miliardi di dollari. Non hanno mai speso soldi del genere qui”.

Falso. Il presidente Joe Biden ha ottenuto un risultato simile. Pochi mesi dopo il suo insediamento, la Apple si è impegnata a investire 430 miliardi di dollari in cinque anni negli Stati Uniti. Al netto dell’inflazione, sono 525 miliardi di dollari.

“Se si guarda alla Cina, ho incassato centinaia di miliardi di dollari durante il mio mandato”.

Del tutto falso. Secondo la contabilità della US Customs and Border Protection, la dogana statunitense, durante la prima presidenza Trump ha incassato circa 75 miliardi di dollari di tasse su merci cinesi, la maggior parte dei quali è stata pagata dai consumatori americani.

“Loro [la Cina] non hanno mai pagato 10 centesimi a nessun altro presidente, eppure mi hanno pagato centinaia di miliardi”.

Più che del tutto falso. Le tariffe sono state riscosse sulle merci cinesi sin dai primi giorni della Confederazione americana. Nel 1789 il presidente George Washington firmò il Tariff Act, quando il commercio tra Cina e Stati Uniti era già stabilito. Dal 2009, i dazi sulla Cina hanno generato almeno 8 miliardi di dollari all’anno.

Donald, arrivati a questo punto, c’è proprio da chiedersi se ci sei o ci fai.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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