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“I FATTI VOSTRI” NON E’ IL PROGRAMMA DI MAGALLI MA IL TITOLO DEL DOSSIER?

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
11/10/2024
in EDITORIALI
“I FATTI VOSTRI” NON E’ IL PROGRAMMA DI MAGALLI MA IL TITOLO DEL DOSSIER?
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TE LO LEGGO IO

Se volevate sapere dove hanno il conto corrente le sorelle Meloni, l’ex Fidanzato d’Italia Andrea Giambruno, il collezionista di busti d’epoca Ignazio La Russa, i ministri Crosetto, Santanchè e Fitto, i presidenti di Regione Emiliano e Zaia, la cronaca ha ampiamente soddisfatto la vostra curiosità.

Allo stesso tempo chi insisteva con il dire che gli Istituti di Credito se ne fregano della clientela e si disinteressano del denaro dei risparmiatori, deve ammettere di aver pervicacemente sbagliato. Ci sono infatti banche che si preoccupano di giacenze e movimenti, e poco importa se son soldi che girano o stazionano in tutt’altra località. Grazie a sofisticati sistemi informatici ci sono angeli custodi che tengono d’occhio anche chi si è rivolto ad un’altra filiale o ha piazzato tutti i suoi averi in una agenzia dalla parte opposta del Paese.

Avere la situazione sotto controllo è una vocazione tutta italiana e la certosina raccolta di dati e informazioni è una disciplina in cui eccellono non solo campioni con le stellette. Pur non essendo disciplina olimpica, il dossieraggio non è territorio esclusivo del solito atleta delle Fiamme Gialle che in questo sport si è esibito come un vero fuoriclasse e che sul ring giudiziario di Perugia domina da mesi le scene.

Anche le compagini private sanno portare alla ribalta talenti di pregio e una realtà finanziaria di spicco in queste ore ha dato prova che pure tra i “civili” c’è chi sa raccogliere notizie di ogni genere forse anche meglio di sbirri e soldati.

Con un magico colpo di teatro Intesa SanPaolo ha calamitato l’attenzione dell’Italia sfoderando una sfilza di VIP come propri clienti che – si è visto – non hanno nulla da nascondere almeno al vivace funzionario in servizio in Puglia.

Lo stakanovista impiegato – colpevole di eccessiva produttività – è stato licenziato e la circostanza viene venduta come prova della estraneità dell’importante Istituto di Credito: tutti applaudono al draconiano provvedimento, ma nessuno si permette di dire che l’episodio è segno evidente di qualcosa che purtroppo non ha funzionato nei meccanismi di riservatezza che dovrebbero contraddistinguere attività delicate.

A dire che le misure di sicurezza non hanno fatto il loro mestiere è un’indagine giudiziaria in quel di Bari e il fatto che Intesa Sanpaolo abbia scoperto la magagna è solo una magra – forse anoressica – consolazione.

Si parla di un presumibile numero molto elevato di correntisti spiati attraverso un virtuale buco della serratura e ci si dovrebbe chiedere quale sia stato il “freno non inserito” che ha portato ad ammaccare vistosamente la reputazione e la credibilità del colosso bancario.

Difficile immaginare che il “mezzemaniche” fosse un acrobatico hacker in grado di dribblare barriere tecnologiche insormontabili e di tagliare il filo spinato digitale a recinto di archivi elettronici e piattaforme informatiche. Viene da pensare che questo signore abbia potuto agire indisturbato non per pochi minuti, ma per un periodo sufficiente ad impicciarsi dei fatti altrui a qualunque latitudine della penisola.

Si ha l’impressione che Intesa SanPaolo abbia constatato l’infedeltà del dipendente solo quando questo ha probabilmente esagerato in quantità di operazioni e gli apparati di elaborazione dati – stremati – abbiano chiesto pietà.

Verrebbe da domandarsi se gli “ingranaggi” del sistema non prevedessero limiti al totale libero arbitrio di chi sedeva alla tastiera della propria postazione di lavoro. Possibile che una “interrogazione” (una, senza arrivare a contarne decine, centinaia o magari migliaia) esorbitante le mansioni del “terminalista” non abbia attivato fulminee procedure di audit e bloccato sul nascere l’irrefrenabile desiderio di rovistare sui conti di clienti lontani geograficamente e operativamente? Il buonsenso e forse una certa dimestichezza con “le cose dei computer” porterebbero a pensare che chi sgarra venga chiamato a rispondere del suo operato dopo una piccola manciata di tentativi di ficcare il naso in operazioni e conti non di pertinenza.

Non si sa se il tizio è stato preso dalle trappole hi-tech che bloccano (non proprio subito) i “liberi professionisti” dell’acquisizione illecita di informazioni, oppure se la sua cattura la si deve a qualcuno che ha umanamente raccontato “di aver saputo che”.

La gente si chiede quanti come lui hanno agito con tanto impegno e simili risultati (e magari continuano a farlo). I diretti interessati dal “dossieraggio” probabilmente pretendono di sapere a chi sono state passate le informazioni e se queste erano oggetto di specifica richiesta o venivano offerte dalla generosità dell’ormai ex lavoratore di Intesa SanPaolo. I tecnici – a digiuno di notizie sull’entità di dati “esfiltrati” dal funzionario – domandano se la circostanza sia stata portata a conoscenza del Garante Privacy come previsto dalla disciplina del “data breach”. Tutti scrollano la testa ben comprendendo che per Intesa Sanpaolo non è solo un problema di “buon nome da tutelare”, ma forse qualcosina di più in termini di affidabilità.

Resta una sola certezza. Quando si parla di abolire il segreto bancario non si intendeva in questo modo.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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