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LAVORO TRADIZIONALE O SMART WORKING? IBRIDO, DIREI…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
19/01/2024
in EDITORIALI
LAVORO TRADIZIONALE O SMART WORKING? IBRIDO, DIREI…
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TE LO LEGGO IO

La pandemia di Covid-19 ci aveva costretto a fare un salto nel futuro, costringendoci ad assaporare il fascino del telelavoro e di tante altre opportunità offerte dalla tecnologia.

In pochi hanno pensato di fare tesoro di questa lezione, dimostrando l’esiguità qualitativa che contraddistingue l’odierna classe dirigente pubblica e privata. Qualcuno ha giustamente fatto osservare che molti “smart-workers” se ne stavano beatamente a casa immersi in un soporifero dolce far niente. Nessuno però ha voluto ammettere che, in precedenza, quegli specifici lavoratori non facevano assolutamente nulla anche quando andavano regolarmente in ufficio rubando lo stipendio “in presenza”.

Dalle nostre parti non sono emersi studi ed approfondimenti sull’esperienza in questione e sulle possibili evoluzioni che una architettura di trasporto dati effettivamente veloce e stabile potrebbe garantire se accompagnata dalla disponibilità di strumenti informatici distribuiti e di investimenti nella formazione del personale.

Se ci siamo ispirati al principio “adda passà a nuttata” del grande Eduardo De Filippo in “Napoli Milionaria”, possiamo dire che effettivamente si è fatto giorno e che l’emergenza è finita (o si vuol credere così).

Negli Stati Uniti, invece, il tema è considerato cruciale e una recente ricerca della Federal Reserve Bank of San Francisco sollecita a fare qualche riflessione in proposito.

L’interessante documento sottolinea che nel picco dei contagi oltre il 60% delle giornate lavorative retribuite veniva svolto “da remoto”, rispetto al misero 5% prima della pandemia. Secondo le statistiche d’oltreoceano, a dicembre scorso più o meno il 30% delle giornate “pagate” è stato svolto ancora in modalità remota.

Mentre si discute se il telelavoro potrebbe aumentare o danneggiare la produttività complessiva dell’economia, va detto che nel 2020 la crescita di quella statunitense è aumentata, ma non si considera che ci si è trovati dinanzi ad una “innovazione digitale forzata”.

Non sono somme facili da tirare e i dati aggregati non permettono di riscontrare il reale effetto – positivo o negativo – della pandemia.

Sono tanti i fattori diversi dal telelavoro che potrebbero aver influenzato il ritmo complessivo della crescita della produttività. Le riverberazioni del Covid-19 – non dimentichiamolo – sono anche quelle delle molte aziende costrette ad interrompere la propria attività e a tirar giù la saracinesca.

Sappiamo poi che esistono settori in cui è facile individuare la possibilità di lavorare fuori sede, ma ci sono mestieri e professioni che devono essere eseguite di persona: ogni valutazione del ruolo del lavoro a distanza sulle performance della produttività potrebbe non esser la miglior via per apprezzarne l’utilità.

Vale comunque la pena prendere atto che il passaggio al lavoro remoto e ibrido ha rimodellato la società in cui viviamo.

Il minor tempo trascorso negli spostamenti e la circostanza che alcune persone si siano trasferite fuori città sono due elementi che evidenziano come si sia sfumato il confine tra lavoro e vita domestica.

E’ ovvio che lavorare da remoto può dar luogo ad una riduzione dei costi e ad una migliore allocazione dei talenti in tutte le aree geografiche. E’ altrettanto planare che il lavoro fuori sede rischia di azzoppare l’innovazione perché, riducendo le interazioni in ufficio, ne risentono la generazione e la diffusione di idee.

In medio stat virtus? Il bilanciamento tra vantaggi e controindicazioni forse non è impossibile. Chi ha detto che di ibrido ci debbano essere solo le vetture in circolazione e non anche il lavoro?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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