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CYBERSECURITY: SIAMO PROPRIO GLI ULTIMI

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
10/11/2023
in EDITORIALI
CYBERSECURITY: SIAMO PROPRIO GLI ULTIMI
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TE LO LEGGO IO

Non capisco il sadismo del CLUSIT, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, che periodicamente gode nell’enumerare le disgrazie tecnologiche del nostro Paese.

Non comprendo che gusto ci sia a sottolineare che siamo dei trogloditi impenitenti e che veniamo considerati lo zimbello di chiunque sia in possesso di primitive cognizioni.

Un sodalizio così autorevole ed attendibile non dovrebbe “bullizzare” le torme di CISO (Chief Information Security Officer) pubblici e privati che quotidianamente dimostrano con orgoglio di non riuscire nel loro operato, spendendo cifre iperboliche in iniziative inutili e molte volte dannose.

Perché ruotare con vigore un pugnale arrugginito nella piaga non rimarginabile che marchia l’Italia come il bersaglio preferito di hacker e malfattori digitali?

Soprattutto perché concedersi la libertà – ogni anno, due volte l’anno – di sbeffeggiare chi dice che i nostri confini cibernetici sono presidiati e protetti?

Una simile condotta persecutoria è impietosa.

La colpa è di Rutelli, sì, di Francesco Rutelli. Mi rendo conto che si fa presto a puntare il dito e nascondere la mano (con il sasso è facile, ma con il dito un po’ meno…). La storica promozione sul web “Visit Italy” forse non ha incrementato il turismo tradizionale, ma certo ha reso il nostro Paese una delle mete preferite dei briganti virtuali. Sono loro i soggetti che ci hanno catapultato in vetta alla classifica del Bengodi criminale e le cifre parlano chiaro: pur piccolissima sulle carte geografiche e ancor più piccina nella mappa delle aree tecnologicamente evolute, l’Italia è riuscita ad accaparrarsi il 9,6 per cento degli attacchi hi-tech sferrati sull’intero pianeta.

Un risultato encomiabile che testimonia come dall’Italia scappino i migliori cervelli alla ricerca di un futuro dignitoso e al contempo – anche se con una sorta di turismo “mordi e fuggi” – frotte di birbaccioni affollano i sistemi informatici dove riescono a bivaccare e scorrazzare impuniti per il tempo strettamente necessario per portare a segno la propria malefatta.

I “visitatori” in questione hanno uno strano modo di interpretare l’ospitalità che gli viene offerta. Tutt’altro che grati di fruire di una sorta di accordo di Schengen (e quindi di potersi muovere liberamente in server e computer senza aver bisogno di alcuna autorizzazione e dribblando ogni varco di ingresso lecito), chi entra comodamente nei sistemi di aziende, enti e ministeri è parecchio trasandato. Normalmente lascia parecchio disordine, cancellando o rendendo inutilizzabili gli archivi e i documenti elettronici in cui si imbatte.

La mancata riconoscenza si conferma nel non aver pietà delle organizzazioni che restano paralizzate a seguito di queste azioni vandaliche. E non è certo uno slancio di generosità il pretendere il pagamento di un riscatto a fronte della restituzione di file integri, opportunamente copiati in precedenza per una previdente possibile rivendita al legittimo proprietario. Il “ransomware” ormai rientra nelle tradizioni locali e rappresenta un evento folkloristico un po’ macabro che – carente la fantasia e la creatività su entrambi i fronti – nessuna città ama farsi mancare. E’ una specie di “sagra”, uguale dappertutto, dove imprese e istituzioni mettono in bella vista ceste e vassoi di informazioni prelibate, per poi lamentarsi se gli accaniti partecipanti alla festa non sembrano conoscere Galateo o regole di sorta.

Il quadro di situazione non dimentica una strana cleptomania che affligge questi “escursionisti” che – trovate gentilmente spalancate le porte anche delle più private stanze – sono soliti rubacchiare segreti industriali e dati riservatissimi la cui divulgazione potrebbe sembrare un pochino pericolosa.

Ad onor del vero sono i viaggiatori più discreti perché non amano vantare le loro gesta come certi collezionisti di accappatoi, asciugamani e saponette che negli hotel sanno di poter fare man bassa per poi vantarsene con la nobiltà che frequentano abitualmente. Questa è gente che di norma sa a chi dare il maltolto, ricavandone laute ricompense, meritando il conferimento di operazioni mirate, tramutando le scorrerie digitali in un mestiere molto remunerativo.

Hanno l’abilità di non lasciare alcuna traccia del loro passaggio: tutto resta perfettamente come prima, perché le “copie” di quel che serve vengono fatte lasciando intonsi gli originali. Nessuno si accorge di nulla fino al momento in cui si vede bruciato da un concorrente straniero che realizza un prodotto identico al suo e – non avendone sostenuto i costi di ricerca e sviluppo – lo piazza sul mercato ad un prezzo decisamente più basso…

Fortunatamente l’Italia ha una Agenzia per Cybersicurezza Nazionale in cui sono confluiti i migliori esperti giustamente premiati con retribuzioni faraoniche. Lo stupore di una busta paga diversa da chi nella Pubblica Amministrazione, nelle Forze Armate o in quelle dell’Ordine percepisce da anni a fronte dello stesso mestiere ha forse ridotto l’attesa operatività degli interessati.

La difesa del Paese su questo fronte – diciamolo pure – non si realizza con uno schiocco di dita. Che saranno mai i trent’anni trascorsi da quando si è fatta la prima volta questa considerazione, dai… Gli schiocchi accumulati e perduranti nel frattempo sono una colonna sonora che “imbruttisce” il ritmo del flamenco.

Ha ragione chi dice che è tutto sotto controllo, ma gli si dovrebbe consentire di finire la frase. “E’ tutto sotto controllo …da parte dei pirati informatici”. Certe estrapolazioni dall’intento rassicurante troncano sempre i discorsi sul più bello…

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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