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AVERE IL LUNA DI TRAVERSO…OVVERO UNA PROPOSTA

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
01/04/2023
in TECNOLOGIA
AVERE IL LUNA DI TRAVERSO…OVVERO UNA PROPOSTA
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TE LO LEGGO IO

Venerdì 31 marzo 2023. Quotidiano “La Stampa”, pagine 24-25. “Intelligenza inarrestabile” a firma Riccardo Luna.

Non mi sono mai permesso di criticare quanto scrivono altri che si occupano di divulgazione scientifica.

Però c’è sempre una prima volta.

Troppe imprecisioni, troppo folklore, anche se si tratta di un semplice racconto.

Caro Riccardo, i programmi per calcolatori elettronici che utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale generativa, non sono una rivoluzione tecnologica. Si tratta di un ulteriore passo evolutivo di qualcosa di ormai antico. Di intelligenza artificiale, delle sue possibili applicazioni, ne parlava e scriveva programmi il Nobel Herbert Simon già nel 1955. Sessantotto anni fa.

Tecnologia e innovazione, come tu scrivi, non sono superpoteri per fare meglio le cose che vogliamo fare. Sono metodi e strumenti per amplificare le capacità, le abilità dell’essere umano. L’agricoltura ha permesso di aumentare la funzione dei piedi dei raccoglitori e cacciatori del neolitico: a parità di spostamento si aveva a disposizione molto più cibo. Le macchine, a vapore prima, elettriche e a combustione interna poi, hanno amplificato le nostre capacità muscolari; le telecomunicazioni hanno amplificato i nostri sensi, in primo luogo vista e udito; il digitale permette di aumentare le nostre capacità intellettive, mentali.

“Tecnologia” deriva dal greco Tèchne, (τέχνη). Si traduce con “arte”. Arte nel senso di “perizia”, “saper fare”, “saper operare”, ovvero insieme delle norme applicate e seguite in un’attività, sia essa esclusivamente intellettuale o anche manuale.

Tali norme possono essere acquisite empiricamente in quanto formulate e trasmesse dalla tradizione, ad esempio nel lavoro artigianale, o applicando conoscenze scientifiche specializzate e innovative quando si verifica il passaggio dalla manifattura alla produzione industriale”. Grazie Wiki. Poco intelligente e molto pratica.

Dunque tecnologia è l’arte del sapere fare, spesso senza conoscerne il perché. Abbiamo fuso metalli, creato leghe, definito artefatti senza avere nessuna conoscenza di termodinamica, metallurgia, chimica o scienza dei materiali. Si ha innovazione quando si trova il modo di generare nuova ricchezza, nuovo valore aggiuntivo e non sostitutivo. Per ora non è chiaro quale sia il nuovo valore generato da applicativi quali ChatGPT o Bard.

Scrive Riccardo Luna: “… Ma questa volta l’onda che sta arrivando sembra diversa dall’invenzione delle macchine a vapore o dell’elettricità o del personal computer e il word wide web che hanno caratterizzato le precedenti rivoluzioni industriali”.

Spero non me ne voglia, ma le cose non stanno così. Si confonde il concetto delle onde di innovazione con quello di rivoluzione. Procediamo con ordine.

Certo, la macchina a vapore è stata inventata, ma non è corretto affermare che la macchina a vapore sia un’invenzione. Non è mai esistito un inventore della macchina a vapore. Come dite? Dite che è stato James Watt? Falso. James Watt ha messo a punto il regolatore della pressione del vapore. Ultimo passo di un processo evolutivo che ha richiesto 17 secoli, più o meno. La prima rudimentale macchina vapore, la Eolipila (dal greco antico Αἴολος e dal latino pila, traducibile come «sfera di Eolo») o motore di Erone, venne descritta da Vitruvio nel suo trattato De architectura fra il 30 e il 15 a.C.. La macchina a vapore non è stata l’invenzione di un singolo individuo, ma la combinazione vincente di una serie di contributi resi possibili dallo sviluppo di una filiera tecnologica complessa.  Sviluppo alimentato, come sempre accade, da motivazioni politiche, economiche e sociali. Mai, nella storia dell’uomo una rivoluzione è stata innescata da una tecnologia.

Non è vero che si sia inventata l’elettricità. L’elettricità venne scoperta circa 2000 anni fa. Nel 600 a.C., il filosofo greco Talete studiò le proprietà dell’ambra (in greco: ἤλεκτρον, “elektron”, da cui deriva il termine “elettricità”). Solo nel XIX secolo si iniziò a studiarla in modo scientifico. Poi sono stati definiti modi di uso e dunque le innovazioni.

Il personal computer o il World Wide Web non hanno caratterizzato rivoluzioni industriali.

Esiste una sola rivoluzione industriale, nell’accezione di emergenza di un nuovo paradigma politico, economico e sociale, a seguito di un processo avviato intorno alla seconda metà del XIX secolo. Alcuni parlano di due fasi della rivoluzione industriale. La prima interessò prevalentemente il settore tessile-metallurgico con l’introduzione della spoletta volante e della macchina a vapore. La seconda fase viene fatta convenzionalmente partire dal 1870 con l’introduzione dell’elettrificazione e dei motori elettrici, dei prodotti chimici e del petrolio.

Per completezza dell’informazione, talvolta si parla di terza fase, a partire dagli anni 1970, per riferirsi agli effetti della diffusione delle tecnologie delle telecomunicazioni e dell’informatica.

Le fasi della rivoluzione industriale sono state causate e alimentate da una successione di ondate di innovazione tecnologica, il cui periodo, come notato prima da Kondratieff e poi da Schumpeter (Nikolaj Dmitrievič Kondrat’ev, economista sovietico,1892–1938; Joseph Alois Schumpeter, economista austriaco, 1883–1950), è di circa cinquant’anni.

L’intelligenza artificiale fa parte dell’ultima ondata, o meglio dell’ultimo fronte d’onda composto dall’insieme delle tecnologie e delle applicazioni digitali.

Spero non me ne voglia Riccardo Luna, ma le attuali intelligenze artificiali generative non comprendono, nel senso di capire, proprio nulla. Non manipolano il linguaggio umano. Riescono solo a imitare, su base statistica e di probabilità, modelli di composizione delle frasi.

Faccio rispettosamente notare che sul quotidiano già citato, a fianco del racconto di Riccardo Luna, nel corso dell’intervista rilasciata da Luciano Floridi, docente di filosofia dell’informazione a Oxford, a Francesco Rigatelli, il professor Floridi dichiara: “ChatGPT-4 non ha capacità di capire, cambiare opinione o evitare frasi sconvenienti”.

Sono, per quello che vale, del tutto d’accordo con quest’ultima affermazione.

Non sono invece per nulla d’accordo sul fatto che il linguaggio sia il sistema operativo degli esseri umani. Siamo molto di più di una macchina, per quanto complessa. Descriverci in termini solo razionali e materiali è un’approssimazione eccessiva. Siamo un sistema dissipativo al non equilibrio, nella definizione del Nobel Ilya Prigogine, che richiede descrizioni basate sulle scienze fisiche, biologiche, umane e spirituali. Oltre a funzionare, abbiamo uno scopo, individuale e forse universale. Vale la pena andare a rileggere “Global Mind Change” di Willis Harman, che di tutto ciò parla già nel 1988.

Mentre sono del tutto d’accordo con Riccardo Luna quando scrive “Questa cosa (NdA: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale) non si può fermare”, sono però di avviso drasticamente opposto quando afferma “provare a fermarla sarebbe un favore alla Cina che, dopo avere stravinto le battaglie del social network con TikTok, su questo terreno arranca”.

Falso. La Cina, o meglio la Repubblica popolare di Cina, mai mancare di rispetto, non arranca per niente.

I ricercatori del dipartimento di scienze informatiche, in particolare robotica e intelligenza artificiale, della Tsinghua University di Pechino, sono leader mondiali. Un paio di incollature davanti ai colleghi del resto del mondo. Il prestigioso MIT, Massachussetts Institute of Technology di Cambridge, USA, non ha ancora digerito di avere perso la prima posizione nelle classifiche mondiali.

BAIDU, l’analogo cinese di Google, ha speso miliardi per finanziare Ernie, la sua versione di ChatGPT. Attenzione, non si tratta di una copia, ma di una soluzione originale, addestrata da anni, utilizzando la seconda popolazione mondiale in termini di numeri.

Basta con questi continui richiami a contrapposizioni frontali. Sempre alla ricerca di un nemico, meglio se cattivo.

Non serve a nulla.

No, non è vero. Serve a sprecare risorse e a perdere tempo (oltretutto la risorsa più preziosa in assoluto, perché limitata, non rinnovabile e non sappiamo quanto ne abbiamo).

Basta con queste continue richieste di regolamentazioni, che altro non sono che vincoli e ostacoli. Regole che vale la pena occorre conoscere solo per avere il piacere di infrangerle. Odio i paletti. Detesto i muri. Non amo i cancelli.

Occorre incontrarsi. Comunità scientifica e umanistica, politici, economisti, filosofi, teologi delle religioni principali: del Libro, induismo, buddismo, shintoismo, confucianesimo e taoismo.

Dobbiamo parlare, dialogare, litigare e discutere. Soprattutto pensare. Ragionare di etica, di valori, di princìpi, di ciò che ci rende umani appartenenti a società possibilmente civili, libere e democratiche.

Dobbiamo progettare il futuro per poi realizzarlo.

Insieme.

Troviamo un terreno neutro, di grande prestigio e sicura credibilità.

Una proposta: la secolare Pontificia Accademia delle Scienze. Applichiamo il suo schema, ovvero una settimana di conferenza, seguendo la regola di base, simile a quella della Chatham House: “i partecipanti sono liberi di utilizzare le informazioni ricevute, ma né l’identità né l’affiliazione del/dei/della/delle relatore/relatrice/i, né quella di qualsiasi altro partecipante, possono essere rivelate”.

Tutto ciò che verrà pubblicato sarà sintesi di quanto discusso in aula; nulla, con l’approvazione dei partecipanti, sarà lasciato nella sua forma originale.

Si può fare. Se serve, pronto a dare una mano a organizzare il tutto.

Ricordando la nota scritta, la notte prima di essere ucciso in un duello, forse finto, dal matematico Évariste Galois a margine del lavoro di teoria dei gruppi su cui stava lavorando, cui serviva un’esposizione più completa e chiara.

Era certo che sarebbe morto.

Scrisse: “Non ho tempo”. Aveva 20 anni.

Anche noi non abbiamo tempo.

 

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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