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TRE ANNI DI CARCERE A CHI REGISTRA UN FILM AL CINEMA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
25/03/2023
in EDITORIALI
TRE ANNI DI CARCERE A CHI REGISTRA UN FILM AL CINEMA
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TE LO LEGGO IO

Un pugno di ferro così non lo si vedeva dai tempi in cui a Carosello veniva reclamizzato l’amaro Petrus prodotto da Boonekamp.

Al “pezzotto” (accrocco tecnologico assurto a magico talismano per chi adora vedere film e partite di calcio senza pagare biglietto o abbonamento) e a tutte le forme di pirateria audiovisiva, invece di contrapporre una campagna educativa al rispetto delle regole e soprattutto dei diritti altrui, si sta scegliendo il più facile e comodo ricorso a meccanismi sanzionatori feroci.

La pena esemplare è il fallimento della civiltà e la palese dimostrazione di essere impotenti nella gestione di un problema tutt’altro che secondario perché affonda le radici nel crimine organizzato (purtroppo unica cosa “organizzata” di questo Paese).

Si va da chi al cinema filma quanto viene proiettato sullo schermo e poi lo condivide a chi smercia “abilitazioni parallele” alla fruizione di una poltronissima virtuale ad un evento sportivo o ad altro intrattenimento: questi signori e la loro non rispettabile clientela sono destinati ad una sorte giudiziaria tutt’altro che rasserenante. La dissuasione passa per le maniere forti ma incrocia una serie di questioni meritevoli di riflessione.

Due le parole chiave: operatività e proporzionalità.

Per condannare qualcuno, occorre individuarlo, acciuffarlo e processarlo. L’individuazione non è attività impossibile ma impone la predisposizione di una “macchina” investigativa che non si basi – come spesso accade – sul semplice input del danneggiato (ad esempio la pay-tv che investe a tutela dei propri legittimi interessi) ma che giochi in anticipo senza aspettare imbeccate che poi vengono spacciate per intuizioni o massicce elaborazioni di quel che accade online.

Occorre quindi un monitoraggio metodologico e fenomenologico: bisogna da una parte studiare le possibilità tecniche di frode valutando anche opportunità ancora non praticate dai criminali, dall’altra tenere d’occhio le iniziative di “marketing” dei delinquenti che mirano a trovare clienti “interessati a risparmiare sui costi da sostenere per vedere qualcosa”. Quel che è incredibile è che gli spettatori pagano: certamente pagano meno ma versano il loro obolo al “cassiere” sbagliato.

Le sporadiche operazioni di servizio, che acchiappano l’effimera attenzione dei media e del rispettivo pubblico, portano a totalizzare una sterminata platea di colpevoli che giustamente non la devono fare franca. Il numero dei denunciati ha come immediata conseguenza la saturazione dei Tribunali perché ad ogni partita di Champions League decine di migliaia di soggetti sono destinati ad essere iscritti nel registro degli indagati, già zeppo di birbaccioni che a scrocco avevano visto la domenica precedente qualche incontro di Serie A…

Probabilmente sarebbe più efficace individuare i flussi telematici che “irradiano” i segnali rubati ai network legittimi e interrompere quelle connessioni alla fonte. Anche se si arriva a dieci minuti dall’inizio la cosa funziona e anzi (ahinoi la goliardia è un elemento mancante…) c’è ancora più gusto a troncare i “furbi” sul più bello. Basterebbe sincronizzare chi rileva la diffusione illecita di contenuti protetti e chi (i provider) è in grado di interrompere ogni “trasmissione” dai vari numeri IP che identificano le sorgenti. La cosa è di una banalità estrema e occorre solo la stesura di un disciplinare per l’attuazione di iniziative che – al pari dei sequestri nel mondo reale – abbiano necessità di una semplice convalida da parte dei magistrati competenti.

I banditi conoscono perfettamente la lentezza della burocrazia, l’atteggiamento cauto di chi non si assume la responsabilità di agire in autonomia, la ridotta reattività dei provider che si muovono solo dopo aver visto in controluce decreti, bolli e sigilli del provvedimento giudiziario.

La gentaglia che si arricchisce con questo business qualche ora dopo “migrerà” su altri server, cambierà identificativo telematico, cercherà di “riprendere le trasmissioni”: è il ciclo biologico naturale di queste cose e gli “sbirri” (categoria cui sono appartenuto per tanti appassionanti anni) lo sanno perfettamente e sono pronti a ripartire dal via per il giro successivo.

Dopo l’operatività, poche parole sulla proporzionalità.

La prevista pena detentiva di tre anni è superiore alla sanzione che il codice prevede per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale, traffico di influenze illecite, esercizio abusivo di una professione, simulazione di reato, commercio o somministrazione di medicinali guasti, commercio di sostanze alimentari nocive, omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro, frode nell’esercizio del commercio, atti osceni, sottrazione di persone incapaci, percosse, lesioni personali lievi, omissione di soccorso, detenzione di materiale pedopornografico, impiego di minori nell’accattonaggio, violazione di domicilio, furto, truffa e così a seguire.

L’AGCOM (l’Autorità Garante per le Comunicazioni), cui verrebbero attribuiti nuovi poteri in materia, faccia tesoro di queste considerazioni. Il crimine organizzato è abituato alle “pallottole spuntate” delle Istituzioni. Per una volta non si dia soddisfazione a ‘ndrangheta, camorra, mafia et similia.

 

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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