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“META” FA IL BIS, RUBATI I DATI DI QUASI MEZZO MILIARDO DI UTENTI WHATSAPP

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
29/11/2022
in EDITORIALI
“META” FA IL BIS, RUBATI I DATI DI QUASI MEZZO MILIARDO DI UTENTI WHATSAPP
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TE LO LEGGO IO

Farsi portar via i dati degli utenti è una abitudine per Mark Zuckerberg. Qualcuno pensa che si tratti addirittura di una tradizione, una di quelle da rispettare religiosamente, una da non far mancare mai.

Tre anni fa era stato il turno di Facebook e a pagare il prezzo della mancata  adozione di misure di sicurezza idonee toccò a 533 milioni di persone in giro per il mondo, di cui 32 milioni in Italia e 12.700 a San Marino.

San Marino?!? Aspettate ad esclamare “Chissenefrega di San Marino” perché l’Autorità Garante per la Privacy di quella piccola Repubblica a luglio 2021 è stata la prima (e fino a qualche giorno fa l’unica) a procedere nei confronti del colosso tecnologico che oggi è padrone di Facebook, Instagram e WhatsApp.

La sanzione pecuniaria di 4 milioni di euro (apparentemente insignificante per un gigante del web) è stata inizialmente pagata dal social network senza battere ciglio, ma subito dopo i manager alla Corte di Re Mark si sono resi conto della pericolosità della piccola sassata che Davide aveva scagliato contro Golia.

Il “ghe linse” del Balilla sammarinese è andato a segno innescando un probabile tsunami, visto che ieri, 28 novembre 2022, l’omologa autorità irlandese ha comunicato di aver chiuso la propria istruttoria e di aver comminato una sanzione di 117 milioni…

Il passaggio in giudicato del provvedimento del Garante della Repubblica di San Marino potrebbe determinare un domino di multe in tutto il pianeta. Se per 12.700 sfortunati sammarinesi l’importo è di 4 milioni, per 533 milioni di persone nelle varie Nazioni si arriva a totalizzare la cifra record di circa 166 miliardi di euro….

Così Meta Platforms Inc. si è sbrigata a presentare ricorso amministrativo dinanzi alla Autorità giudiziaria di San Marino. Rigettata l’istanza in Tribunale, il 14 dicembre si celebrerà il processo di Appello e potrebbe essere una giornata nera per il signor Zuckerberg.

I dati di Facebook vennero distribuiti – prima gratuitamente e poi a pagamento – nel deep web, con grande gioia di chi voleva trovare informazioni personali da riutilizzare per i più diversi scopi: con nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo di casa e di posta elettronica, professione, numero di telefono cellulare, effettivamente se ne possono combinare di tutti i colori in nome e per conto di qualche sventurato…

I dati sottratti stavolta a WhatsApp stanno per emergere dalle onde dello sterminato mare di Internet. Come nei casi degli affondamenti, stanno cominciando a venire a galla le prime tracce e nella fattispecie Cybernews ha pubblicato alcuni “screenshot” (o videate) in cui gli hacker hanno riepilogato la consistenza del bottino.

Probabilmente Meta tenterà di giustificare l’accaduto raccontando che non c’è stata alcuna intrusione, non si è verificata alcuna sottrazione di informazioni personali, non si è assistito ad alcuna prodezza di hacker e così via. Anziché far ricorso alle fantasiose giustificazioni (cavallette incluse) di John Belushi nelle indimenticabili sequenze di “The Blues Brothers”, salterà fuori l’ormai consueta storia dello “scraping”.

Cos’è lo scraping? Semplice, si tratta dell’acquisizione di informazioni che chiunque può trovare visitando un profilo social e copiando quel che lì è disponibile al pubblico.

Una simile operazione può essere compiuta utilizzando software che automatizzano queste penosa attività di raccolta, ma il gruppo Meta assicura di aver predisposto meccanismi di controllo volti a bloccare simili tentativi e di aver messo in campo un team specializzato per scongiurare saccheggi di quel genere.

Se (come fa scrivere lo stesso Zuckerberg sulle proprie piattaforme) è vero tutto questo e non c’è motivo di dubitarne, come è potuto succedere che dopo Facebook anche WhatsApp ha i dati personali degli utilizzatori indebitamente in circolazione in Rete?

E, siccome “non c’è due senza tre”, dobbiamo aspettarci anche lo scippo dei dati di qualche centinaio di milioni di utenti Instagram?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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