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SANGIOVANNIPIPPO? CI SI PUO’ FIDARE DI UN OSPEDALE CON UNA MAIL COSI’?

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
19/09/2021
in EDITORIALI
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Non si spara sulle ambulanze. Forse è questo il principio che ha evitato alla stampa di parlare del disastro informatico dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, uno dei principali nosocomi della Capitale che il giorno 13 è andato letteralmente in tilt con disservizi catastrofici facilmente immaginabili.

Per due giorni (la correzione è stata fatta pochi istanti dopo la stesura di questo editoriale) il sito della struttura ospedaliera ha riportato un indirizzo di posta elettronica certificata sbagliato.

Sul sito web appena ripristinato spiccava in apertura un testo in cui si leggeva “Per ulteriori informazioni o chiarimenti è possibile contattare il DPO aziendale Avv. Gennaro Maria Amoruso all’indirizzo PECdpo@pec.sangiovannipippo.com”.

Lo snapshot girato tra gli immancabili bastardi che si divertono nel vedere certi scempi inusitati è sicuramente arrivato anche a chi gestisce il sito che ha provveduto a rimuovere la pagina con la ridicola inesistente PEC, eliminando tutto il resto che era visibile e piazzando una versione in formato “txt” del comunicato “rivisitato” dopo il grottesco errore (oggi è domenica e i tecnici tornano lunedì…).

La casella sull’esilarante dominio “sangiovannipippo.com” è la misura della competenza e dell’attenzione di chi si occupa di certe cose.

Dopo la tragedia digitale, il clamoroso sbaglio è il giusto epitaffio. In un’epoca in cui la comicità è migrata sul continente dei necrofori (con Exequia che cerca di imitare la creatività noir degli impareggiabili pubblicitari di Taffo), è il caso di implorare una pietra tombale su una vicenda tecnicamente e civilmente imperdonabile.

Non conosco l’avvocato Gennaro Maria Amoruso, cui il cittadino viene invitato a rivolgersi “per ulteriori informazioni e chiarimenti”, ma la mia pignoleria mi porta a notare che il laconico comunicato assicura che “Stiamo provvedendo a fare tutto il necessario per porre rimedio all’accaduto e bloccare questo attacco per evitare ulteriori conseguenze sulla privacy e la sicurezza dei dati personali dei cittadini in possesso della Azienda”.

Mi soffermo su quell’inquietante “per evitare ulteriori conseguenze” che non richiede titanici sforzi interpretativi per capire che a seguito di “un attacco informatico al data center che ospita alcuni dei sistemi informatici” ci sono state conseguenze “sulla privacy e la sicurezza dei dati personali ei cittadini in possesso dell’Azienda” sanitaria.

Se non si riesce nemmeno a scrivere correttamente l’indirizzo PEC, si può sperare che si possa dar luogo a ben più onerose incombenze per tutelare la riservatezza delle informazioni sensibili custodite dal San Giovanni?

Se l’avvocato che assolve il ruolo di Data Protection Officer non perde nemmeno cinque minuti del suo tempo per controllare la comunicazione che “è resa anche ai sensi e per gli effetti di quanto disposto dall’art. 34 del reg. EU 2016/679 (GDPR)”, viene da chiedersi quali attività abbia svolto in precedenza per sincerarsi dell’efficienza e dell’efficacia delle misure di sicurezza rese obbligatorie per legge. La curiosità induce a voler sapere certamente cosa e come è successo, ma non permette di rinunciare al legittimo voler sapere cosa abbia fatto chi aveva onere di dover porre in essere le necessarie attività. Piacerebbe poi leggere chi e come abbia selezionato il DPO che nella questione non può non avere un ruolo centrale.

Se per ottenere la designazione il DPO ha presentato referenze e curriculum, ci auguriamo che nel suo cursus honorum non ometta questo mirabolante successo così da consentire il dovuto riconoscimento nelle prossime gare di aggiudicazione della delicata posizione in enti pubblici e in aziende private che vogliono non avere problemi con la privacy.

Chi altro si avvale di una così preziosa competenza, dedichi qualche istante per accertarsi che la situazione sia davvero sotto controllo….

Le responsabilità pesano come macigni.

In circostanze del genere non ci si libera certo con un “ci scusiamo per l’accaduto” come si legge sul sito del San Giovanni Addolorata (e forse anche su quello di San Giovanni Pippo)…

AGGIORNAMENTO

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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