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IL SOTTOSEGRETARIO DURIGON E IL GENERALE DELLA FINANZA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
02/05/2021
in EDITORIALI
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Non lasciatevi ingannare dall’immagine. Quello che – telefonino all’orecchio – sopravanza con incedere determinato è il sottosegretario Claudio Durigon, ma il generale di cui si parla non sono certamente io.

Niente paura. La mia presenza è solo dovuta al format grafico del mio “calamaio alla griglia”, nulla più.

Non conosco il ragionier Durigon oggi ai vertici del dicastero all’Economia e alle Finanze e nemmeno l’ufficiale che – a detta del deputato leghista – deve il suo incarico al sodalizio politico che glielo ha attribuito, ma devo ancora riprendermi dallo choc per l’ormai storica e sconcertante affermazione “quello che indaga della Guardia di Finanza, il generale … lo abbiamo messo noi, per questo siamo tranquilli”.

Mi riesce persino difficile capire per cosa devo indignarmi.

Ho vestito un’uniforme per 37 anni e – a dispetto della rigidità dell’architettura militare – l’ho fatto con grande libertà di pensiero e di azione, fino a pagarne il prezzo estremo di esser costretto a congedarmi a 52 anni per rifiutare la rimozione dal mio incarico di Comandante del Nucleo Speciale Frodi Telematiche, colpevole di una lunga permanenza a Roma (dimenticando tutti che non ero io ad aver mai scelto alcuna delle mie destinazioni di impiego) e soprattutto di aver fatto sempre il mio dovere con il massimo impegno e a qualunque costo.

Ho difficoltà ad immaginare che un mio collega, chiunque sia o ovunque si trovi, possa essere una pedina di un gioco, spostato da una casella all’altra in ragione di un interesse non coincidente con quello dello Stato e dei cittadini.

Frasi come quella dell’onorevole Durigon lasciano pensare ad una discutibile manovrabilità di una organizzazione zeppa di gente volenterosa e sempre pronta al sacrificio.

Espressione maldestra o lampante prova di spontaneità?

Una sgradevole uscita di questo calibro infervora chi – non di rado – si domanda come qualcuno possa raggiungere traguardi fuori dalla propria portata e magari fare carriera a dispetto di chi era più bravo e meritevole.

L’atmosfera imbarazzante ed imbarazzata può essere “purificata” soltanto da una secca smentita da parte del Comando Generale delle fiamme gialle che avrebbe subito il vigoroso “input” che è alla base del “lo abbiamo messo noi”, così da chiarire l’eventuale semplice coincidenza tra l’assegnazione dell’ufficiale e il gradimento del sottosegretario del medesimo dicastero da cui dipende la GdF.

Una nitida e ferrea presa di posizione contribuirebbe anche a diradare gli emergenti dubbi sulla recentissima questione della loggia Ungheria, “assembramento” che certamente non rientra nelle combriccole dopolavoristiche (sul modello dei CRAL…) e che sembra contare tra gli iscritti non solo magistrati ma anche personaggi di spicco con la divisa grigia.

Sarebbe spiacevole prendere atto che mirabili esponenti politici al vertice di un Ministero sistemino  – sottobanco – qualcuno che possa far loro sospirare “per questo stiamo tranquilli”, mentre altri colleghi in circostanze formali e soprattutto “coram populo” non riescano nemmeno a far valere semplicemente il buon senso nell’interesse di tutti.

Ricordo il fermento bipartisan per il mio allontanamento dal Nucleo Speciale e per le mie sofferte dimissioni prima che il trasferimento avesse luogo.

Ci furono dieci tra interrogazioni e interpellanze parlamentari, disponibili ancora online (grazie ai link qui abbinati alle rispettive date) per chi volesse conoscere compiutamente la storia. Le “richieste” arrivarono il 18 aprile 2012 dal senatore Elio Lannutti (IDV), l’8 maggio 2012 da sei deputati del PD (prima firmataria Elisabetta Zamparutti), il 10 maggio 2012nuovamente dal senatore Lannutti, il 15 maggio 2012 da trentaquattro deputati dell’UDC (primo firmatario Mario Tassone), il 17 maggio 2012 dall’onorevole Alberto Fluvi (PD), il 29 maggio 2012 dall’onorevole Antonio Buonfiglio (PDL, poi Misto-FARE), il 31 maggio 2012 da tre deputati della Lega Nord (primo firmatario Davide Caparini), il 1° giugno 2012 da tre onorevoli di Futuro e Libertà (primo firmatario Aldo Di Biagio), il 4 giugno 2012 dall’onorevole Pino Pisicchio (Misto-Alleanza per l’Italia) e il 13 giugno 2012 dal deputato Antonio Borghesi (IDV).

Nessuna di quelle “mozioni” riuscì a far desistere la Guardia di Finanza dal decapitare un reparto che mieteva successi ed era invidiato da tutto il mondo.

Leggere a distanza di nove anni quel “lo abbiamo messo noi” non mi ha lasciato indifferente. Qualcuno mi dica che non è vero. Ma, per favore, non lo dica soltanto a me.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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