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AMAZON, GLI ALGORITMI E IL VUOTO LEGISLATIVO

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
28/03/2021
in EDITORIALI
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Speravo che lo sciopero dei dipendenti di Amazon risvegliasse le coscienze, certo non quelle di Jeff Bezos e dei suoi vassalli.

Mi auguravo che si destassero dal torpore dell’indifferenza i clienti del colosso del commercio elettronico. La protesta poteva essere l’occasione per scoprire il costo sociale del “trovare e ricevere tutto e subito”, per prendere coscienza che il piccolo risparmio del singolo acquirente contribuisce alla chiusura del negozio sotto casa, alla perdita di tanti posti di lavoro che certo non sono ammortizzati dalle assunzioni nei magazzini del gigante online, alla disumanizzazione dei turni di lavoro, alla demolizione della dignità di chi finisce in catene virtuali pur di portare un tozzo di pane a casa.

Sognavo l’intervento di qualche Istituzione o magari anche solo il “ghe pensi mi” di qualche politico a caccia di visibilità.

Non è successo nulla. Assolutamente nulla.

Chi ha coraggiosamente cercato di far sentire la propria voce ha visto il suo grido disperato precipitare nel vuoto.

I lavoratori hanno dato un importante segnale alla distratta e disinteressata collettività e anche una lezione di civiltà all’universo intero, ricordando che – a dispetto dell’indecoroso declino cui nessuno pare intenzionato a reagire – questo Paese è (o dovrebbe essere) la culla del diritto.

In questi giorni, nel tombale silenzio tricolore, ho trovato invece interessanti le parole della mia coetanea Frances O’Grady, madre single di due ragazzi, laurea in Scienze Politiche e Storia all’Università di Manchester e in Relazioni Industriali al Politecnico di Middlesex, undicesima donna più potente della Gran Bretagna, segretaria generale del Trades Union Congress (TUC) ovvero la confederazione che unisce 58 sindacati del Regno Unito e rappresenta oltre sei milioni e duecentomila iscritti.

E’ la prima voce autorevole che si scaglia contro un’applicazione indiscriminata dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, che utilizzata per migliorare la produttività, non sempre viene usata per riformare e arricchire la vita di chi presta la propria opera. La O’Grady guarda con comprensibile timore l’utilizzo di sistemi tecnologici evoluti per prendere decisioni che cambiano la vita ai lavoratori, stabilendone la sorte dal momento dell’assunzione fino al loro licenziamento.

“Senza regole eque, l’uso dell’intelligenza artificiale sul lavoro potrebbe portare a una discriminazione diffusa e a trattamenti ingiusti, specialmente per coloro che hanno un lavoro insicuro e per chi subisce la gig economy” tuona Frances O’ Grady.

“Gig economy”? Sì, parliamo proprio di quel modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo, e non sulle prestazioni lavorative stabili e continuative. Parliamo di un mostro famelico il cui appetito è soddisfatto dal disinteresse diffuso, da chi non si accorge – con il proprio comportamento – di essere complice degli sfruttatori: clienti e legislatori sono i “soci” tutt’altro che inconsapevoli di chi accumula ricchezze sulla pelle di disperati pronti ad accettare qualunque condizione pur di far sopravvivere la propria famiglia. I clienti che spendono qualche euro in meno, i legislatori che non prevedono e nemmeno rincorrono l’evolvere delle esigenze normative.

Il TUC chiede che i datori di lavoro siano obbligati a consultare i sindacati sull’uso dell’intelligenza artificiale che si profili “ad alto rischio” o risulti “invadente”. La confederazione britannica esige il diritto legale di avere sempre una decisione umana di “revisione” di quanto scelto o determinato dalle “macchine” e pretende anche quello di “staccare la spina” dal lavoro così da non imporre ai dipendenti il rispondere a chiamate o e-mail fuori dagli orari stabiliti e contrattualizzati.

Infine il Trades Union Congress reclama che vengano apportate adeguate modifiche alla legislazione britannica per ottenere una efficace protezione contro la discriminazione mediante algoritmi, dinamica fin troppo ben documentata negli ultimi anni.

Se qualcuno volesse trovare degli spunti può leggersi il “Manifesto” del TUC. Visto l’analfabetismo dilagante tra chi ha immeritati posti di responsabilità grazie a millesimate lottizzazioni, è opportuno specificare che non si tratta di un poster pubblicitario di golosi cracker salati e – a titolo collaborativo – si segnala che qui è disponibile il documento.

La latitanza istituzionale su questo fronte rimbomba fragorosamente.

Personaggi in giacca e cravatta applaudono l’apertura di nuovi centri logistici o di altre realtà produttive disumanizzate nell’incauta illusione che siano imperdibili opportunità di occupazione per i giovani.

Nel pieno del negazionismo dell’evidenza, il passo successivo potrebbe essere il voler credere a quel “il lavoro rende liberi” le cui lettere sormontavano cancelli da non dimenticare. Lo sterminio della dignità deve essere fermato.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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