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LA COLPA NON È SOLO DI TIK TOK MA ANCHE E SOPRATTUTTO NOSTRA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
24/01/2021
in EDITORIALI
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Troppo facile scaricare su una piattaforma social l’insopportabile peso della morte di una bimba, uccisa dal desiderio di emulare folli performance e probabilmente dalla scarsa attenzione di chi gli stava vicino nel suo delicato processo di crescita.

Non ci troviamo a piangere la prima vittima degli sconvolgenti comportamenti innescati dall’uso di dispositivi elettronici e delle relative opportunità di svago che questi offrono attraverso servizi e piattaforme telematiche. Non è una novità, eppure ogni volta ci si sorprende, ogni volta si punta il dito contro questa o quella realtà di aggregazione virtuale, ogni volta si dà la colpa ai social senza fare il benché minimo esame di coscienza.

Se qualcuno uccide con un coltello da cucina, la responsabilità non è dell’utensile o di chi lo ha prodotto. Forse va cercata in chi non ha spiegato la pericolosità di un utilizzo “improprio” di un determinato strumento e ancor prima non ha educato alla mitezza della propria condotta e al controllo di pulsioni e reazioni.

Travolte dall’irruenza del progresso tecnologico, le generazioni “adulte” si sono comodamente rifugiate nel loro non essere “native digitali”.

Genitori, insegnanti, educatori di qualsivoglia sorta si chiedano cosa hanno fatto per affrontare il tanto inevitabile, quanto prevedibile cambiamento che lo tsunami hi-tech avrebbe determinato ad ogni latitudine. La risposta può variare dal “pochissimo” al “davvero nulla”.

Le istituzioni pubbliche e private provino a porsi il medesimo quesito. Lo facciano i dicasteri preposti all’istruzione, la radiotelevisione di Stato che per anni (ormai lontani) ha rispettato il proprio ruolo nell’evoluzione culturale del Paese, tutti i politici che hanno manifestato il loro interesse a tutelare i minori solo durante le campagne elettorali, le aziende di telecomunicazioni che traggono ciclopici profitti proprio sulla pelle degli “utenti” (anche quando questi sono minorenni) senza fornire reale supporto per la loro salvaguardia, i colossi di Internet che speculano su ogni clic e persino su ogni disgrazia capace comunque di generare traffico e introiti.

Il tragico gesto di Antonella ce l’abbiamo sulla coscienza anche noi, per la nostra indifferenza, per il nostro non aver fatto abbastanza, per il dimenticarci tutto dopo qualche giorno dalla solita ricorrente disgrazia.

Il provvedimento del Garante per la Protezione dei dati personali ha imposto alla società cinese che gestisce TikTok la misura della “limitazione provvisoria del trattamento”. In poche parole è stato vietato a TikTok “l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti che si trovano sul territorio italiano per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico”.

La lettera a) del provvedimento n° 20 del 22 gennaio 2021 si traduce in realtà in uno sconfortante nulla di fatto.

Al roboante impatto mediatico del clamoroso annuncio alla stampa di una sorta di dichiarazione di guerra al ciclopico social network rischia di seguire ben poco e certo non è colpa dell’Autorità Garante che con grande solerzia ha cercato di dare un segnale forte.

Ci si trova dinanzi a due inconfutabili “impossibilità”.

La prima riguarda i fornitori di servizi online ed è quella della verifica del requisito anagrafico e quindi della “certezza dell’età” stabilita come obbligatoria per la partecipazione alla “vita” della piattaforma o del sito.

La seconda affligge gli uffici dei Garanti della Privacy la cui giurisdizione e competenza non arriva certo in Cina e il cui problema non è comunque quello di ordine giuridico. L’aspetto insormontabile risiede nelle attività di accertamento e verifica delle operazioni di trattamento dei dati eseguito fuori dai confini territoriali, ma soprattutto fuori dalla portata tecnica di chi dovrebbe intervenire ed effettuare controlli.

Chi riesce a metter mano sui sistemi di TikTok, analizzarne il funzionamento, comprendere le operazioni di trattamento dei dati effettivamente svolte, svelare eventuali trucchi, riconoscere attività indebite o illecite o eticamente reprensibili?

E se anche ci fosse qualcuno capace di metter mano dove andrebbe ad eseguire i suoi controlli visto e considerato che non si conosce la precisa dislocazione dei server e tantomeno l’architettura di un sistema incredibilmente complesso?

Si chiede al management di TikTok di incaricare i propri tecnici di guidare gli “ispettori” nel difficile compito e magari si pensa che vengano esibite le irregolarità? Dai, per favore, siamo seri…

Si può pure “chiudere” TikTok. Dopo qualche tempo salterà fuori un nuovo social o un’altra “app” di intrattenimento che veicolerà analoghe sfide e competizioni suicide e ci si ritroverà al punto di partenza.

E se si provasse, seriamente, ad intervenire sui giovanissimi dando loro qualche spunto per un’esistenza felice anche offline?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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