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LO STIPENDIO DI TRIDICO E LA RIAPERTURA DELLO STADIO SAN PAOLO

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
29/09/2020
in EDITORIALI
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Chi riveste ruoli di responsabilità deve essere remunerato per compensarne la professionalità che lo ha fatto scegliere, la dedizione che pone nell’assolvere le proprie delicate mansioni, la granitica incorruttibilità che lo deve contraddistinguere dinanzi alle sollecitazioni che – provenienti da chissà dove e con chissà quale energia – sono inevitabilmente destinate a manifestarsi nel periodo di sua potenziale influenza (interna al contesto e magari esportabile in ambiti attigui).

Analogo discorso vale per i rappresentanti di noi cittadini che – alla Camera e al Senato – devono essere impermeabili alle manifestazioni di interesse delle lobby industriali, commerciali e di qualunque altro genere, così da agire in totale indipendenza nell’assoluto ed esclusivo interesse della collettività.

Una popolazione dissennata queste valutazioni non le fa. Preferisce rincorrere festante chi ha promesso tagli agli stipendi senza fare le banali considerazioni delle righe precedenti, sogna l’elemosina del reddito di cittadinanza o di uno dei tanti bonus, si beve tutte le cazzate che infiocchettano gli slogan di questo o quel politico nell’incredibile Carosello delle affascinanti offerte speciali di chi governa.

Il declino economico e sociale del Paese è l’unico vero risultato che le inaffondabili coalizioni che si sono susseguite nell’ultimo periodo sono riuscite repentinamente a raggiungere. La mancanza del più elementare piano di rilancio di un’Italia in ginocchio passa in sott’ordine quotidianamente, messa da parte da una raffica di piccoli scandali che – centellinati ad arte – distraggono l’opinione pubblica mentre non si ferma la mortale caduta nel vuoto.

Da qualche giorno si parla di Tridico e del suo stipendio aumentato, immaginando cifre faraoniche e dovendo fare i conti invece con un Presidente che totalizza una piccola frazione di quel che guadagnano i dirigenti a lui sottoposti. C’è il coro di chi invoca le sue dimissioni, quello che avrebbe dovuto intonare certe litanie per i tanti mortificanti “click-day”, per il black-out del primo Aprile scorso, per il mancato pagamento delle casse integrazioni, per il non aver spiegato (magari opponendosi) che certe erogazioni a pioggia erano impraticabili manco si disponesse di una cornucopia capace di sputar fuori chissà quanti soldi. Ci si preoccupa di poche decine di migliaia di euro, incuranti ad esempio dei fantasmagorici contratti che vengono concessi dal Ministero dell’Innovazione (ne abbiamo parlato in maniera documentata senza che nessuno battesse ciglio) e probabilmente non solo da quel dicastero.

La confusione è babelica.

Dovremmo essere soddisfatti. Abbiamo ottenuto quel che abbiamo chiesto sfogando la nostra rabbia nell’apporre la croce sulla scheda elettorale, pensando che quel segno della matita fosse il tanto sospirato “vaffanculo” da indirizzare ad una classe politica “tradizionale” che non aveva perseguito chissà quale risultato.

Inconsapevoli che avremmo rimpianto quegli “onorevoli” colpevoli di troppe marachelle (verrà il giorno in cui potremo confrontare i protagonisti di Tangentopoli con il brigantaggio contemporaneo, ma sarà troppo tardi), abbiamo applaudito comici e bibitari, mezze tacche e inoccupati cronici. Abbiamo assistito indifferenti ed inerti a spartizioni della torta che un tempo nemmeno i più famelici professionisti della politica avrebbero saputo immaginare. Stiamo vedendo imperare la “demeritocrazia” ed affondare il Titanic della nostra penisola, ma continuiamo a ballare sulla tolda turbati soltanto dall’impossibilità di andare a vedere la partita di calcio o da altre inevitabili limitazioni.

Ne riparleremo quando si sbloccheranno i licenziamenti, quando le aziende (che già non lo hanno fatto) chiuderanno i battenti, quando la gente cercherà di sopravvivere vendendosi le poche cose di cui dispone, quando le banche tireranno fuori gli artigli. Quel giorno – come nella réclame di un noto prodotto dolciario – ci ritroveremo a canticchiare “Gigante, pensaci tu…” e saremo felici di risvegliarci colonizzati dalla Cina o da chi altro potrà comprare con pochi spiccioli quel che rimane.

Qualcuno, allora, dovrà dare le risposte che non ha mai voluto o saputo dare. Nulla è destinato a cambiare.

Ho pensato di lanciare una petizione per la riapertura almeno dello stadio San Paolo di Napoli.

Se non riaprono gli stadi, chi svolgeva lì attività ambulante di somministrazione di bevande è costretto a duellare per mantenere l’attuale occupazione non imprenditoriale. Almeno una volta mostriamo la nostra solidarietà e firmiamo online.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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