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IL MEZZO FLOP DEL SITO DI GOOGLE PER IL CORONAVIRUS

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
17/03/2020
in EDITORIALI
CORONAVIRUS: CON IL CALCOLATORE DI CARTA IGIENICA PUOI CONOSCERE L’AUTONOMIA DEL TUO BAGNO
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Voluto da Trump, sognato dagli americani e non solo, realizzato dalla consociata di Google “Verily”: queste le premesse di un volo che ricorda la sfortunata performance di Icaro nel tentativo di fuggire dal labirinto in cui, a Creta, Minosse intendeva rinchiudere il Minotauro.

Come il figlio di Dedalo salì troppo in alto incurante del calore che avrebbe scollato le piume fissate con la cera sulle grossolane ali, qualcuno ha voluto sfidare i picchi di visitatori non immaginando che un sovraccarico avrebbe fatto precipitare il sogno.

Doveva essere un sito in grado di facilitare i test per il coronavirus e, dopo che il Presidente degli Stati Uniti ne aveva annunciato le strabilianti potenzialità, è andato online con un minuscolo progetto pilota che limitava l’accesso a due contee della California settentrionale e più precisamente nella Bay Area di San Francisco.

La predisposizione di questo web, opera di una unità del gruppo Alphabet ovvero la casa madre di Google, è inciampata in qualcosa che è andato storto.

Il primo intoppo è saltato fuori quando la piattaforma su Internet ha cominciato a rispondere alle persone che dichiaravano di avere sintomi del virus che non era possibile la loro ammissione al programma di screening.

In secondo luogo chiunque si sia “accostato” al sito ha dovuto fare i conti con una serie di obblighi di registrazione: il cittadino o accedeva tramite un account Google oppure ne doveva creare appositamente uno, provvedendo in ogni caso a sottoscrivere poi una dichiarazione di autorizzazione al trattamento dei propri dati (che nella fattispecie non erano proprio informazioni da lasciare in pasto a chi ne avrebbe potuto fare qualsiasi uso…).

Fortunatamente, si fa per dire, poche ore dopo l’inaugurazione del servizio telematico, Verily ha dovuto alzare le braccia e ammettere di non essere più in grado di programmare altri appuntamenti perché era stata superata la capacità operativa del sistema.

La dinamica di funzionamento della piattaforma era basata sulla somministrazione iniziale di un questionario, con cui veniva domandato all’interessato se avesse tosse grave, respiro affannato, febbre o altri sintomi ritenuti correlabili alla patologia pandemica. Se l’utente rispondeva “sì”, il sistema (forse per timore di essere infettato a distanza da un possibile starnuto in arrivo) interrompeva il dialogo con la tanto bizzarra quanto incredibile comunicazione che i test da eseguirsi personalmente attraverso il programma di assistenza “non rappresentano la soluzione giusta”.

I meno “ciecati” (come avrebbe detto l’indimenticabile Anna Marchesini attraverso la “signorina Carlo”) avrebbero però avuto modo di notare che in caratteri più piccini (quasi fossero le clausole capestro di certi contratti bancari e non) il sito di Verily suggeriva di fare ricorso ad un aiuto medico.

Chi invece ha risposto con qualche “no” è riuscito a prolungare la “conversazione” con il sistema fino a farsi chiedere età, dislocazione geografica e altri fattori addizionali di rischio.

E’ abbastanza ovvio che simili situazioni hanno determinato una comprensibile confusione tra i soggetti che malauguratamente sono approdati al sito in questione.

Qualche giornalista impertinente avrebbe chiesto se l’esclusione dal servizio delle persone con sintomi fosse stata determinata da un errore di progettazione del sito. La società Verily ha escluso in maniera categorica una simile eventualità e detto che non c’era assolutamente alcuno sbaglio.

Una dichiarazione scritta di Carolyn Wang, portavoce della consociata di Google, ha rimosso ogni dubbio: “La domanda iniziale ha lo scopo di garantire che chiunque sia gravemente malato non venga nelle nostre strutture perché non sono pronte a fornire assistenza medica”.

L’obiettivo dichiarato di Google & C. è quello di acquisire informazioni per “perfezionare lo screening e i test sui rischi COVID-19”, nel quadro di una raccolta di dati sanitari per mappare la salute umana e sfruttare le potenzialità del cosiddetto Project Baseline e dell’accordo fatto con Ascension (il secondo sistema ospedaliero più grande degli USA) che ha dato al colosso hi-tech libero accesso a milioni di cartelle cliniche senza che i pazienti ne fossero a conoscenza o, manco a dirlo, avessero fornito il consenso esplicito al trattamento dei dati.

A questo punto una domanda è d’obbligo.
Ci dobbiamo preoccupare perché la piattaforma non funziona oppure se questa comincia a fare il suo mestiere senza blocchi o impedimenti di sorta?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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