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E SE IL TROJAN È IN UNA APP DISPONIBILE IN UN NORMALE STORE ONLINE?

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
05/03/2020
in EDITORIALI
E SE IL TROJAN È IN UNA APP DISPONIBILE IN UN NORMALE STORE ONLINE?
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Trojan? Ancora Trojan?
“Uffa che barba, uffa che noia” esclamerebbe l’indimenticabile Sandra Mondaini se si trovasse a rivivere in uno sketch di “Casa Vianello”.
Il tema del micidiale software spia è tutt’altro che comico e, nonostante la sua attualità, nessuno ne parla.
Se fa indubbiamente piacere l’attenzione dedicata al problema da Dagospia e da Il Giornale, che hanno ripreso le riflessioni apparse su INFOSEC NEWS, sorprende che il resto del Paese si sia limitato a rimirare i cerchi sull’acqua provocati dalla pietra lanciata nello stagno.
Chi pensa che si stia esagerando nel guardare con timore a certe soluzioni tecnologiche, provi (e così si dovrebbe fare senza esitazione) a paragonare il software ad un’arma.
Non è un esperimento ardito. Il software è un’arma.
Esistono regimi internazionali di contenimento e monitoraggio delle esportazioni di armamenti (ad esempio per quelli nucleari il Nuclear Suppliers Group, o NSG, e per quelli missilistici il Missile Technology Control Regime o MTCR) che da anni perseguono l’obiettivo di arginare l’Intangible Technology Transfer, ovvero l’indebito trasferimento di tecnologie intangibili come programmi, applicazioni di rete e software offensivi. Ho partecipato come relatore a Parigi, Monaco e Berlino a congressi proprio di quelle organizzazioni vent’anni fa, parlando delle modalità con cui certi segreti venivano rubati e smerciati grazie all’interconnessione globale di Internet e alla straboccante cassetta degli attrezzi dei più sorprendenti “programmini”.
Oggi varrebbe la pena affrontare il tema della non proliferazione delle “cyber weapons”, ossia dell’arsenale cibernetico ogni giorno più ricco di nuove opportunità di aggressione senza distinzione di obiettivo, sia questo una Nazione avversaria o un singolo cittadino.
Probabilmente se ne dovrebbe occupare il Wassenaar Arrangement, vale a dire l’organismo internazionale preposto ai controlli sulle esportazioni di armi convenzionali e dei prodotti e delle tecnologie di possibile “uso duale” (utilizzabili anche per scopi “balordi”). In particolare dovrebbe essere la “categoria 5”, quella in cui rientrano telecomunicazioni e sicurezza informatica, a contemplare gli “spyware” e i “trojan” tra gli oggetti da tenere sott’occhio.
Purtroppo si fa forte il sospetto che chi ha lavorato ai provvedimenti normativi che nel tempo hanno legittimato certi “ordigni” non abbia mai sentito parlare di Wassenaar e soprattutto non si sia mai chiesto cosa fossero e come funzionassero davvero i famigerati “trojan”.
Preso inevitabilmente atto del poderoso calibro di queste “armi”, viene spontaneo chiedersi per quale motivo debba essere un soggetto privato (oltretutto potenzialmente “hackerabile” da concorrenti o da 007 stranieri) a realizzare un prodotto così delicato e dalle troppe controindicazioni. I preoccupanti e ingiustificati scippi del passato sottolineano la perforabilità dei sistemi anche delle imprese del settore più agguerrite e “vivaci”.
Nel silenzio tombale della collettività rassegnata ad un destino avverso a giro d’orizzonte, qualcuno si azzarderebbe persino a pensare che a forgiare certi sofisticati arnesi informatici dovrebbe essere direttamente lo Stato. Una sorta di “chinino”, giusto a volersi agganciare al contemporaneo panico monomaniacale della malattia infettiva e ricordare lo spettro della malaria sconfitto da un prodotto dello stabilimento del “Monopolio” in quel di Torino e distribuito nei “Sali & tabacchi”…
Potrebbero occuparsene le tante articolazioni pubbliche competenti in materia cibernetica, le stesse che trionfalmente parlano di “cyber security” nei convegni autoreferenziali (ora fortunatamente vietati per legge “grazie” al coronavirus), provvedendo autonomamente alle attività di ricerca e sviluppo o ad ancor più onerose iniziative di rigoroso controllo e vigilanza sulle aziende produttrici in ogni singola fase del processo creativo dei “trojan”.
Potrebbero efficacemente contribuire gli stessi personaggi che hanno tranquillizzato l’Italia a proposito di 5G e di fornitori cinesi che altri Paesi hanno messo al bando. La medesima competenza che ha supportato e supporta l’Autorità governativa in altri contesti di esasperata connotazione tecnologica dovrebbe essere sfruttata per indicare responsabilmente la via migliore per diradare le legittime preoccupazioni del quisque de populo.
La paura è più che comprensibile. Certi strumenti potrebbero scappare di mano alle Istituzioni e una simile tragedia deve essere evitata.
Un’ultima considerazione. E poi, promesso, mi impegno a non tornare sul ritrito argomento.
I “trojan” vengono spesso incapsulati in “app” distribuite attraverso Apple Store o Google Play e installate sui dispositivi da spiare dalla stessa “vittima” che riceve il classico invito “prova questa applicazione…” corredato dal link corrispondente.
Cosa succede a tutti gli altri utenti che gironzolando – del tutto involontariamente – tra gli scaffali virtuali dei dispensatori di “app” si lasciano affascinare dall’accattivante icona o dal magniloquente nome affibbiati al programmino “avvelenato” e non esitano a scaricarlo e ad installarlo sul proprio smartphone?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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