Pensavo che la crudeltà avesse un limite. Mi sono sbagliato.
Ritenevo che i bambini non avessero colpe. A quanto pare, invece, c’è chi ritiene debbano essere condannati anche a morire di fame.
Non parlo degli “animatori” di quei villaggi vacanza noti come lager, ma degli operatori che proseguono la loro diuturna attività nel più grande campo di sterminio senza recinzione che si sia mai visto.
Quel che sta succedendo a Gaza e che sembra destinato a non avere fine, sta superando i confini della realtà e lo sta facendo nell’assoluta indifferenza di Paesi che si reputano civili. Sono le stesse Nazioni la cui industria bellica moltiplica a dismisura il proprio fatturato grazie al business del tiro a segno su bersagli umani da crivellare di colpi o da stritolare tra le macerie. Sono gli Stati che si stropicciano le mani nel veder piovere ordinativi per nuove forniture di strumenti di morte. Sono i Governi che non si vergognano di certe inammissibili complicità nell’apocalisse che sta cancellando Palestina e Palestinesi.
Ho sentito dire da tanta gente, anche insospettabile, che “quei bambini, intanto, sarebbero diventati terroristi” quasi a giustificarne l’eliminazione senza chiedersi il perché di una loro evoluzione nella temuta direzione.
I bambini sono solo bambini. Cambiano e peggiorano quando si dà loro il cattivo esempio, quando gli si uccidono genitori e parenti, quando gli si distrugge casa, quando gli si cancella il futuro. Chi non ha più nulla credo si ritrovi nella necessità di “restituire” le premurose attenzioni che gli sono state riservate.
Qualcuno dice – pensando alla presenza di Hamas – che i Palestinesi sono “un popolo di terroristi”. Se fosse valido quel ragionamento, vorrei tanto che quel qualcuno pensasse che anche noi – con BR, NAR e tanti altri vivaci sodalizi armati – avremmo dovuto esser considerati dalla comunità internazionale “un popolo di terroristi”. Forse ci è andata bene, perché fortunatamente nessuno ha pensato di sterminarci.
Non mi stancherò di ripetere quel che diceva quella santa donna di Stella Rimington che – senza bisogno di quote rosa – arrivò a guidare i Servizi Segreti britannici negli anni novanta. Non bisogna combattere il terrorismo, ma eliminarne le sue cause. E, purtroppo, ho l’impressione che non si stia lavorando con quelle intenzioni.
Applaudo Macron per aver deciso di riconoscere lo Stato di Palestina, ma l’esperienza della liberazione della Libia da Gheddafi mi fa tremare al pensiero dell’esito internazionale delle iniziative francesi…
Nella mia visione antropomorfica di Nostro Signore, sono certo che Dio ha buona memoria. Sono sicuro che il “bonus” del perdono abbia comunque dei requisiti minimi di partecipazione per la sua successiva attribuzione. Sono con vinto che il Padreterno non abbia bisogno di essere vendicativo e forse non disponga di un maxischermo, ma troverà ugualmente modo di costringere il signor Bibi a restare incollato – senza mai poter battere le palpebre – dinanzi alle immagini di quel che ha combinato. Sarà l’indigestione di quel che tanto piaceva al personaggio in questione a innescare il giusto patimento. Il non poter mai chiudere gli occhi o voltare lo sguardo altrove toccherà anche a tutti quelli che non hanno avuto il coraggio di dire basta e di troncare ogni relazione con un criminale imperterrito ed imperturbabile.
Mai come adesso Vasco Rossi molla i panni di cantautore per assurgere al leggendario ruolo di “Vate” o semplice musico del sentimento popolare.
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