Karl Marx (1818-1883) definì la religione ”l’oppio dei popoli”. In effetti l’aforisma è figurativo in quanto ritrae la religione come un qualcosa in grado di offuscare la facoltà di pensare, generando illusione ed incapacità di valutare la realtà sociale e politica.
La religione sarebbe una droga, un anestetico per l’uomo che perde il senso critico di constatare la propria condizione. In sintesi, è un’espressione che descrive la religione come una forza, secondo Marx, in grado di obnubilare le reali problematiche sociali. Naturalmente il pensiero del filosofo, politologo e storico tedesco è ben più complesso ed articolato.
La frase è spesso utilizzata in senso metaforico per indicare la fede religiosa quale forma di evasione dalla realtà, un modo per accettare passivamente le proprie difficoltà invece di combattere per un cambiamento sociale e politico.
Veniamo a qualcosa di più prosaico rispetto alla religione e più banale rispetto alla filosofia.
L’italiano medio è letteralmente “drogato” da alcuni fenomeni, anzi da un fenomeno: il calcio nella sua estensione di tifo sfrenato. Il tifo fa superare ogni problematica. Parafrasando il filosofo, ci perdonino gli studiosi, il calcio è in grado offuscare la capacità di pensare, genera illusioni, incapacità di comprendere la realtà sociale. Il calcio, più precisamente il tifo incontrollato, fa perdere il senso critico verso le problematiche che circondano il cittadino.
Altro che obnubilare, vero e proprio stupefacente tra i più potenti. Non genera danni permanenti al fisico ma la mente perde razionalità. Talvolta in scontri violenti tifosi scalmanati subiscono danni fisici o ne provocano al tifoso avverso quasi fosse un nemico nel campo di battaglia. Bastoni, mazze, armi bianche e, talvolta, da fuoco sono corredo di alcuni esagitati fuori dagli stadi.
Non di rado accadono episodi di vera e propria guerriglia urbana. Stranamente gli assalti alle Forze dell’Ordine o le distruzioni materiali, ad esempio vetrine, auto, cassonetti, vengono visti con occhio meno severo in questi casi. Nel calcio e nel tifo si nascondono interessi economici e criminali sui quali non si è mai sufficientemente scavato.
Sì, lasciamoli sfogare così non pensano a come sono ridotti. Meglio non interloquire su genitori che dagli spalti di campetti locali incitano il figlio a “spaccare le gambe” al bambino dell’altra squadra. Come cresceranno se incitati alla violenza da piccoli dal genitore?
Le partite di campionato, delle varie coppe, gli scudetti, sono occasioni per dimenticare inflazione, disoccupazione, difficoltà a giungere alla fine del mese per mancanza di denaro. Anche la salute passa in secondo piano purché vinca la squadra del cuore. In alcuni giorni, come un tossicodipendente, un ludopatico, un alcolista, un tabagista od altro, il tifoso spende ogni residuo di denaro per festeggiare a costo di non mangiare o non soddisfare i bisogni della famiglia.
Le problematiche sociali vengono dimenticate per giorni, se non per settimane. Le manifestazioni gioiose raccolgono folle di tifosi giubilanti che bloccano le strade, inquinano sia a livello acustico, sia con i gas di scarico. Certamente i governanti, di qualsivoglia colore politico, ne sono felici perché non manifestano per inflazione, inadeguatezza del sistema sanitario, salari non dignitosi e le vere problematiche del Paese.
Quindi viva il tifo ed abbasso le problematiche sociali?