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TOTÒ E…GIORGIA

Giuseppe Bodi di Giuseppe Bodi
04/04/2024
in RIFLESSIONI
TOTÒ E…GIORGIA
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TE LO LEGGO IO

Tutti conoscono il grande Totò, pseudonimo di Antonio De Curtis, tralasciando la lunga lista degli altri nomi e dei titoli nobiliari. È stato un irripetibile attore, comico, ma anche commediografo, poeta, paroliere, sceneggiatore e filantropo. Un simbolo dello spettacolo comico italiano, tanto da essere soprannominato “il principe della risata” per la sua ineguagliabile vis comica. Come non rammentare le sue mimiche facciali, a tratti grottesche, e le macchiette interpretate nell’avanspettacolo, in teatro, nel cinema. Famosi i suoi sketch che strappavano risate a crepapelle.

Abbiamo un Presidente del Consiglio dei Ministri che spesso sembra voler emulare Totò. Perché? Frequentemente ha allietato i suoi discorsi con moine, faccine, vocine, coprendosi la testa con la giacca in Parlamento. In effetti scene viste in film di Totò il cui scopo era far ridere, non fare comizi, dichiarazioni in Parlamento ed altro. I due ruoli sono lontani anni luce. Si sono mai visti altri Presidenti del Consiglio come, citando a caso, De Gasperi, Andreotti, Moro, Craxi, Spadolini, Ciampi, Monti, Draghi e tutti gli altri esibirsi in Parlamento od in pubblico come si può fare nell’intimità con figli o nipoti?

Purtroppo questo è il livello al quale siamo giunti. Ricordiamo il Presidente della Repubblica Giovanni Leone ed il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che fecero il gesto apotropaico delle corna avanti alle telecamere. Forse voleva imitarli in tono scherzoso.

Non ultimo, presumibilmente con il pieno consenso di Giorgia Meloni, è circolato un video mente gioca a calciobalilla in Libano, in visita ai militati italiani impegnati in missione in quel Paese. A parte le parole ascoltate nei telegiornali, ha saputo trovare il tempo per una distensiva partita a biliardino, dicendo alla sua segretaria “dai porti pure male”. Il calciobalilla, noto anche come biliardino, oltre alle tante varianti locali, contiene il nome di “Balilla” dal quale sembra trarre origine.

Andiamo per ordine, “Balilla” è il nomignolo attribuito, secondo una tradizione non acclarata storicamente, a Giovan Battista Perasso (1735-1781) il quale, nel 1746, incitò alla rivolta i genovesi nel corso della breve occupazione asburgica della città. Accese la scintilla della ribellione lanciando un sasso conto alcuni soldati che trascinavano un mortaio. Il nome Balilla venne ripreso nel periodo del ventennio fascista. I Balilla, inquadrati nell’Opera Nazionale Balilla, erano ragazzi tra gli otto ed i quattordici anni organizzati n formazioni di tipo paramilitare.

Tornando ad oggi, sarebbe fuori luogo attendersi una maggiore serietà da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri? Come tutti i cittadini ha diritto a rilassarsi e fare ciò che maggiormente le aggrada ma è opportuno avanti alle telecamere per, come si dice a Roma, buttarla in caciara, specie avanti al Parlamento? Parlamento che è stato eletto dai cittadini e che ha dato fiducia al Governo.

Più tristemente si è vista una cittadina italiana, Ilaria Salis, maestra italiana detenuta in Ungheria, per la seconda volta in pochi mesi, condotta in un’aula di tribunale in condizioni almeno inumane, incatenata mani e piedi come un animale feroce.

Fatti inaccettabili in un Paese civile parte dell’Unione Europea che lo consente una seconda volta. Immagini che si commentano da sole, viste solo in alcuni film. In Italia i boss mafiosi, esecutori o mandanti di omicidi e stragi, non hanno mai avuto catene ai piedi e si tratta di reati ben peggiori delle lesioni personali. Politicizzare il caso è inopportuno ma la diplomazia si dovrà muovere con la necessaria discrezione, cosa che sinora non ha sortito effetti significativi.

La Salis è antifascista e si può chiudere un occhio sul trattamento inumano? Si ricorda che il vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini si è lasciato andare in parole lontane da una minima difesa della donna. Ha premesso che non vorrebbe che la Salis fosse la maestra di sua figlia, in quanto assurdo che svolga tale ruolo, e che se condannata non dovrebbe più insegnare in Italia.

Dovrebbe essere giudicata in Ungheria, fatto che, logicamente in termini di diritto, si sta consumando ma in modalità non rispettose della dignità umana. Il Presidente della Repubblica ha esortato il Governo a chiedere il rispetto della dignità della detenuta. Sere fa Barbara Alberti, rivolgendosi a Giorgia Meloni, ha detto: “faccia qualcosa di destra”. Ricorda quando Nanni Moretti, rivolto a Massimo D’Alema, affermò: “Dì qualcosa di sinistra”.

Ci si chiede quali passi voglia ora compiere il Presidente del Consiglio; fare faccette, moine, vocine ed invitare il Presidente ungherese ad una sfida a calciobalilla o qualcosa di più efficace per difendere la dignità di una cittadina della Repubblica italiana, anche se antifascista? Cosa avrebbe fatto il filantropo Totò?

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Giuseppe Bodi

Giuseppe Bodi

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