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IL DUPLICE FEMMINICIDIO CON LA PISTOLA D’ORDINANZA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
14/02/2024
in EDITORIALI
IL DUPLICE FEMMINICIDIO CON LA PISTOLA D’ORDINANZA
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TE LO LEGGO IO

Oggi, nel giorno dei “fidanzati”, festeggia chi vede ricambiati i propri sentimenti e a volte cerca di far pace chi ha visto sbriciolarsi i propri sogni d’amore.

Sono gli istanti in cui i meno fortunati si trovano nell’imbarazzo della scelta su cosa portare con sé per sortire l’effetto desiderato. Un mazzo di fiori o un caricatore zeppo di cartucce?

Qualcuno ieri ha subito scartato la possibilità di presentarsi con un vassoio di pasticcini, una bottiglia di “bollicine” o una confezione del profumo preferito dalla fanciulla che ha chiuso la relazione. Del bouquet manco a parlarne.

Così il tizio bussa alla porta di casa della famiglia della ragazza. E’ apparentemente a mani vuote, forse per fare una sorpresa.

Non un’esplosione di gioia, ma quella di un’arma da fuoco.

Non un colpo di scena, ma una raffica di proiettili è stata la miglior espressione per mostrare quanto fosse forte la propria passione.

Nemmeno il più fantasioso ed iperbolico scrittore di noir sarebbe capace di descrivere una scena del genere. L’incombenza del 14 febbraio in quel momento distante solo poche ore, riporta il calendario indietro di novantacinque anni in quella strage di San Valentino nella Chicago del proibizionismo. Il protagonista non è Sam Giancana e con lui non ci sono gli altri quattro sicari. Non siamo nell’autorimessa al numero 1122 di North Clark Street e destinatario della visita non è il terribile George “Bugs” Moran, boss irlandese del traffico clandestino di alcolici.

Non ci separa certo l’oceano da quello che vorremmo fosse soltanto un set cinematografico, magari quello di Roger Corman. Ci troviamo in una villetta qualunque alla periferia di Cisterna di Latina.

Il killer non è (o forse non lo è fino a quel momento) un criminale. La pistola non ha la matricola abrasa e non è stata comprata nei loschi ambienti popolati da incalliti delinquenti. Non viene abbandonata sul luogo del delitto come la letteratura e la cronaca ci hanno quasi sempre lasciato intendere.

Il personaggio che ha mostrato il truce “coraggio” di uccidere due donne inermi non ha nemmeno la forza di togliersi la vita. Non completa così una narrazione cui nel tempo ci siamo abituati con il ricorrente infermo di mente che compie un gesto estremo senza escludersi dalla cruenta autoeliminazione.

I giornali parlano di un bullo, di un “latin lover” o “sciupafemmine”, di persona probabilmente abituata a vivere sopra le righe. Si immaginano le solite chiacchiere, fatte per riempire le pagine dei giornali o per fertilizzare programmi televisivi come Ore14 di Rai Due che fanno grondare il sangue sullo schermo delle casalinghe.

Non c’è bisogno di un identikit. L’assassino ha un nome e un cognome, che non merita di essere riportato perché non ne sia perpetuata la memoria in alcuna maniera, perché sia scritto solo nelle carte processuali e in quelle della detenzione speriamo eterna.

Il violento – ma nemmeno gli eufemismi escono bene dal calamaio di chi scrive – non è un balordo qualunque scappato dai fotogrammi di “Gomorra”. E’ una persona che normalmente indossa i panni di un sottufficiale di una Forza di Polizia, che vive ed opera in una organizzazione cui la gente mette in mano la propria sicurezza e le più recondite speranze di un futuro migliore.

La pistola automatica adoperata è quella d’ordinanza, assegnata per compiti istituzionali e corredata dai pedanti insegnamenti sull’uso legittimo delle armi, pesante non per il ferro ma per le responsabilità che le sono legate, destinata a difendere e non ad uccidere senza pietà.

Il personaggio ha una sua storia e ne verrà romanzata un’altra. I suoi trascorsi sono noti ai superiori gerarchici che annualmente hanno redatto le cosiddette “note caratteristiche”, indicando con minuziosa precisione ogni elemento descrittivo della personalità e dell’impegno lavorativo. Sarebbe curioso leggere quei documenti che sono la radiografia dell’interessato e costituiscono la base delle valutazioni per la sua progressione di carriera…

Possibile mai che nessuno abbia rilevato una latente eccessiva aggressività in un individuo che gira armato anche fuori servizio? Nelle sette o otto ore quotidianamente trascorse in attività operativa o semplicemente a bordo della stessa motovedetta, non ci sono stati segnali di “qualcosa” che non andava?

Potremmo snocciolare altre mille domande, ma ne facciamo un’ultima soltanto. Possiamo stare tranquilli se in mezzo a chi ci dovrebbe tutelare ci sono anche soggetti capaci di queste bestiali efferatezze?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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