A volte penso di trovarmi nel bel mezzo di un incubo. Più spesso lo spero.
Non mi consola l’universalità del degrado politico perché proprio quel genere di globalizzazione demoralizza chiunque abbia senso civico e un minimo di ragionevolezza.
Dalle nostre parti un comico armato di un arnese da cucina aveva promesso di aprire le istituzioni come scatolette di tonno, dimenticando che ormai quel genere di contenitori ha l’apertura a strappo e che quel gancio lo tirano sovente le Procure che cercano di far pulizia o qualche giornalista d’inchiesta che – rara avis – insiste nel voler fare a tutti i costi il proprio mestiere.
In questi giorni l’Argentina ha celebrato il successo elettorale di un altro personaggio (un fenomeno direbbero in Romagna) cui ben si addice la dizione “sui generis”. La sua unicità, infatti, spicca come un pupazzo a molla da una scatola di scherzi, ma purtroppo lo spettacolo cui stiamo assistendo non è una colossale burla. Non siamo dinanzi ad una grottesca farsa che evoca telefonate tra Primi Ministri e falsi rappresentanti dell’Unione Africana.
In scena sta andando una tragedia che – già dai titoli di testa – esclude un lieto fine e non lascia certo ben sperare.
Il tizio di precaria stabilità umorale, che ha trionfato al ballottaggio e ha conquistato la guida del Paese sudamericano, ha promesso – da vero politico – qualunque cosa paventando un delirante cambiamento. Nel lungo elenco ha dimenticato di inserire l’eliminazione delle suocere ingombranti, iniziativa che gli avrebbe portato almeno altri due punti percentuali di consenso, ma ha comunque garantito l’abolizione dei Ministeri dell’Istruzione e della Sanità. Quest’ultima riorganizzazione non deve stupirci perché si allinea alla nostrana morte per asfissia degli stessi comparti, dove gli insegnanti sono pagati da fame e le cure mediche sono un privilegio per i più abbienti.
Il “lider maximo” prossimo ad insediarsi ha lasciato di stucco l’universo e una fiumana di filmati ha cominciato ad allagare smartphone e computer in una virale diffusione di scenette che ben evidenziano le peculiarità del quasi sosia di Elvis Presley che saprà dare il colpo di grazia ad una Nazione già strangolata da un’inflazione al 140 per cento.
La nostra Premier Giorgia Meloni – ormai abituata a parlare con comici di ogni nazionalità – ha subito telefonato al neo-eletto, anche se qualche maligno pensa che potrebbe aver parlato con Renato Pozzetto vestito da gaucho.
Anche il vicepremier e ministro Salvini, che probabilmente non ha visto gli imperdibili videoclip del soggetto, ha espresso le sue congratulazioni.
Alla faccia di chi scuote la testa e ripete la giaculatoria del “mala tempora currunt”, qualcuno cerca di ritrovare il sorriso e un barlume di speranza aggrappandosi al compianto Boris Makaresko.
L’attore ed enigmista italo-russo-rumeno-montenegrino scriveva che la motosega era una applicazione meccanica all’autoerotismo. Come tale dovrebbe esser scongiurato il rischio che “el nuevo Presidente de Argentina” faccia progenie…