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SOSTITUIRE I COMBUSTIBILI FOSSILI CON LE ENERGIE RINNOVABILI: BASTA SOGNARE!

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
13/07/2023
in ENERGIA
SOSTITUIRE I COMBUSTIBILI FOSSILI CON LE ENERGIE RINNOVABILI: BASTA SOGNARE!
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TE LO LEGGO IO

La storia dell’energia, o meglio dei consumi energetici, è una storia di accumulazione.

Negli ultimi due secoli, tutte le fonti energetiche hanno visto il loro utilizzo aumentare in modo continuo. Se nel 1800 si consumavano 5mila 653 TWh di energia, di cui 5mila 556 da biomassa tradizionale -soprattutto legno- e 97 TWh da carbone e null’altro, nel 2021 se n’è consumata per 167mila 781 TWh, di cui 11mila 111 TWh da biomassa tradizionale, 41mila 964 TWh da carbone, 48mila 381 TWh da petrolio, 6mila 789 TWh da nucleare, 21mila 082 TWh da fonti rinnovabili, soprattutto idro e poi eolico, solare e biocarburanti.

La domanda di energia continua a crescere perché si diventa più ricchi e si è sempre di più. Se non si riesce ad aumentare in modo significativo l’efficienza energetica, la crescita, anno su anno, continuerà a essere alimentata. Il che rende la sfida della transizione energetica ancora più difficile da vincere: le nuove fonti di energia a bassa emissione di carbonio non solo devono riuscire a soddisfare la crescente domanda, ma devono anche sostituire i combustibili fossili.

La storia dell’energia è anche una storia di simbiosi. Per estrarre carbone serve molto legname; per estrarre petrolio serve acciaio e per produrlo serve carbone. Fate voi l’elenco di cosa serve per costruire una diga per alimentare un impianto idroelettrico, per installare una turbina eolica o un pannello solare. Per produrre energia serve energia. Facciamo un gran parlare di nuove fonti energetiche, molto si discute di nuove energie, ma quelle che usiamo oggi sono antiche.

Lo avete notato dai dati prima riportati? Nel 2021 l’energia prodotta con il legno è stata, nel Mondo, quasi il doppio di quella nucleare. In Europa, nel 2016, il 45 per cento dei consumi da energia rinnovabile sono stati coperti dal legno. Il consumo di Carbone e petrolio continua a crescere.

Assumiamo che solare e eolico siano diventati competitivi, anche dal punto di vista economico, considerando sia la filiera completa di produzione, sia la gestione del fine-vita, anche rispetto al carbone. Si potrebbe quindi pensare che finalmente, dopo tante false partenze, la transizione energetica sia davvero avviata, che il mondo stia per cambiare in modo sostanziale il mix delle fonti primarie.

Il condizionale è d’obbligo e vediamo perché.

Attenzione: nessuno si sogna minimamente di criticare la “transizione”, intendendo con questo termine lo sviluppo delle fonti rinnovabili così da “transire” dai combustibili fossili. Però sono in tanti, in troppi, ad aspettarsi dai pannelli solari e dalle turbine eoliche più di quanto possano offrire.

Farlo è pericoloso e del tutto irragionevole.

Lasciamo perdere le ideologie e le scuole di pensiero teologico. Guardiamo ai fatti, ai numeri. La produzione di elettricità rappresenta solo il 40 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica e il 40 per cento di questa elettricità è già decarbonizzata. Il che implica che azzerare, entro il 2050, l’uso di combustibili fossili nella produzione globale di elettricità sarebbe un successo tanto straordinario, quanto insufficiente, rispetto agli obiettivi climatici. 

Generare elettricità senza emissioni di carbonio non solo non è una novità, ma certamente possibile. Abbiamo le tecnologie e l’esperienza per farlo. Una cinquantina di paesi molto diversi – dall’Etiopia alla Svizzera, passando per Francia, Brasile o Uruguay – hanno già ampiamente decarbonizzato la loro elettricità. 

Peccato però che non abbiano registrato un drastico calo delle loro emissioni totali. Come già accennato, le energie rinnovabili, come tutte le altre energie, sono intrappolate da una rete molto complessa e molto ampia di simbiosi materiali. La costruzione di un’infrastruttura di produzione di energia rinnovabile su scala globale per produrre i pannelli solari e le turbine eoliche, nonché i materiali che li compongono, costerebbe circa 50 gigatonnellate di CO₂. In altri termini, il 3 per cento dei combustibili fossili dovrebbe essere destinato alla produzione di infrastrutture per le rinnovabili. Ancora più problematiche sono le simbiosi che avvengono a valle, ovvero dal lato consumi.

I pannelli solari e le turbine eoliche riducono l’impronta di carbonio della produzione di elettricità, ma questa elettricità alimenta un mondo che si basa e si baserà ancora per molto tempo sul carbonio. Le energie rinnovabili non sono in grado di produrre in modo competitivo su scala sufficiente e nei tempi richiesti materiali come acciaio, cemento o plastica, da cui dipendono le infrastrutture, i macchinari e la logistica contemporanee. Non dovete credermi, i fisici non credono, dimostrano.

Consideriamo, ad esempio, la produzione di acciaio. Annunci e previsioni industriali dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, parlano di qualche milione di tonnellate all’anno dopo il 2030. Poca roba, visti gli 1,7 miliardi di tonnellate di acciaio consumate ogni anno nel mondo. Possiamo produrlo utilizzando l’idrogeno come fonte energetica, anche se non primaria. Nel farlo continueremo a emettere CO2, anche perché dagli anni 2000 la quantità di CO2 emessa nella produzione di acciaio non è più diminuita. Altro caso. Dagli anni 2000 e dal cosiddetto “greening”, l’intensità di CO2 nella produzione del cemento è aumentata dell’1,5 per cento all’anno. 

Dal 1990, le emissioni dei cementifici sono triplicate e rappresentano l’8 per cento delle emissioni globali di CO2. Prendiamo la plastica, responsabile dal 3 al 5 per cento delle emissioni globali di CO2. Nulla sembra essere in grado di limitarne la crescita. Nulla sembra poterla fermare.  Oppure vogliamo parlare dei fertilizzanti azotati, responsabili, in fase di produzione, dell’1,5 per cento delle emissioni? Certo, potremmo, forse, riuscire a ridurre tale valore usando idrogeno “verde”, ma cosa fare del 5 per cento delle emissioni causate dai batteri del suolo quando trasformano il fertilizzante in ossido di azoto?

Insomma, turbine eoliche e pannelli solari sono eleganti tecnologie per produrre elettricità, ma sono poco, molto poco significative nella produzione dei materiali strategici come quelli cui si è accennato poc’anzi.  Affermare che nei prossimi trent’anni l’innovazione possa decarbonizzare l’industria siderurgica, i cementifici, l’industria della plastica, la produzione di fertilizzanti e il loro utilizzo, è un puro atto di fede.  

Le tendenze, nonché le evidenze, vanno tutte in direzione opposta. Considerati nel loro insieme, i quattro materiali di cui si è parlato -acciaio, cemento, plastiche e fertilizzanti- rappresentano più di un quarto delle emissioni globali. Da soli sono sufficienti a rendere irraggiungibile l’obiettivo dell’accordo di Parigi: mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 °C.

I paesi dell’UE lo hanno sottoscritto e hanno convenuto di avviarsi sulla strada che porterà l’Unione Europea a diventare la prima economia e società a impatto climatico zero entro il 2050.

Ottimo proposito. Peccato che non sarà possibile raggiungere l’obiettivo prefissato per il 2050.

Se l’elettricità “verde” darà energia allo stesso mondo grigio di automobili, cemento, acciaio, plastica e agroindustria di oggi, nel migliore dei casi il riscaldamento globale sarà solo rallentato.

Quando smetteremo di raccontarci storie, senza apprendere le lezioni della storia?   

NdA: Ringrazio Jean-Baptiste Fressoz, storico, ricercatore al CNRS, autore di “Sans transition. Une nouvelle histoire de l’énergie” (Seuil, in pubblicazione, gennaio 2024) ed editorialista del quotidiano “Le Monde”, testata su cui ha pubblicato, il 30 giugno 2023, l’articolo “Transition écologique : Il est déraisonnable d’attendre des panneaux solaires et des éoliennes plus qu’ils ne peuvent offrir“, da cui ho tratto a piene mani.   


Webografia:

  • https://ourworldindata.org/energy-production-consumption
  • https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Archive:Wood_as_a_source_of_energy&oldid=427588
  • https://www.iea.org/reports/co2-emissions-in-2022
  • https://www.consilium.europa.eu/it/policies/climate-change/paris-agreement/ 
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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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