Viviamo di numeri, ci ubriachiamo di statistiche e intanto la gente muore e le aziende chiudono. Due piccioni (connazionali e imprese) con una fava (il contagio).
Dato che il virus avrebbe potuto fare meno danni di quelli che invece si sono verificati, dobbiamo ringraziare chi ha portato i positivi ad infettare i vecchietti nelle RSA così da sfoltire i pensionati che gravano sul traballante bilancio dell’INPS.
Dobbiamo applaudire chi ha ipnotizzato gli italiani innescando il mantra del #andràtuttobene quando anche un imbecille avrebbe capito che sarebbe stato un disastro. Gli innumerevoli arcobaleni hanno colorato le strade e i cuori, mentre il Paese cominciava ad essere listato a lutto dalla conclamata incapacità di prevedere e di gestire l’emergenza.
Dobbiamo venerare chi ogni giorno riesce ad inventarsi il salvataggio di questa o quella categoria o il contributo a chissà quale fascia di soggetti, per poi dimenticarsene non appena le telecamere si spengono e i giornalisti – alla domanda dell’intervistato “abbiamo finito?” – annuiscono proni.
Abbiamo il dovere di mitizzare chi – come le “signorine buonasera” della prima televisione alle prese con i programmi della serata – ha letto ogni tardo pomeriggio i drammatici bollettini del disastro.
Non possiamo fare a meno di mostrare la nostra più accorata gratitudine alle eroiche task force che sono riuscite nell’incredibile impresa di non produrre nulla che servisse davvero.
In queste ore si legge che i contagi sono diminuiti ma forse la cifra è da ricondursi alla non secondaria circostanza che è sceso il numero dei tamponi effettuati alla popolazione.
Perché nessuno ci ha pensato prima? Bastava non fare i tamponi, era sufficiente non andarseli a cercare i positivi, poteva andar bene mettere numeri a cavolo che intanto gli inebetiti seduti sul divano del salotto si sarebbero bevuti tutto…
Mi auguro che un domani ci si svegli dal torpore e la gente vada a complimentarsi direttamente a casa di chi ha fatto promesse impossibili (dai finanziamenti alle aziende in difficoltà alla diminuzione delle tasse o alle più bizzarre agevolazioni) pur di non perdere il posto al comando e di concludere l’affondamento del vascello Italia.
Niente paura. Il sopore continuerà dolcissimo.
Viene in mente la barzelletta dell’anziano alla guida dell’auto con quattro amici a bordo. “La morte ideale è quella senza sofferenza, come quella di mio nonno. Beato lui che è passato dal sonno alla morte senza accorgersi di nulla, non come quei poveracci che erano con lui in macchina…”.