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VI DIMOSTRO CHE LA PROTEZIONE CIVILE SA DI LAVORARE CON DATI SBAGLIATI

di Umberto Rapetto
19/04/2020
in EDITORIALI
CORONAVIRUS FASE 2: NON È UN PAESE PER VECCHI
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Il totale dei morti che diminuisce invece di aumentare è dovuto alla Pasqua di Resurrezione?

Chi è il fortunato che in Calabria è morto il 22 marzo e poi – in due giorni meno di Nostro Signore – è risorto all’indomani?

Lo si legge nei dati su cui stanno lavorando al Dipartimento della Protezione Civile (direttamente ed indirettamente).

Atmosfera densa di mistero. Anche sul fronte di chi ci si è forse accorti che non è mai stato ammalato… E’ il discorso degli infettati che l’11 marzo sono diminuiti di 2 persone a Benevento, il giorno 14 di altre 9 a Vibo Valentia e addirittura di 29 ad Arezzo il 19 forse per glorificare la ricorrenza di San Giuseppe…

Non sono stati gli hacker a svelare certi segreti, ma questa ed altre circostanze sono state rese pubbliche dalla stessa articolazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha scelto di condividere informazioni e corrispondenza sul sito GitHub.com, che viene normalmente utilizzato (certo non in circostanze di questo genere) dagli sviluppatori di software per cooperare a distanza.

Non è nemmeno uno scoop quello di Infosec News, perché la Protezione Civile aveva ampiamente reclamizzato la propria scelta di “trasparenza”, forse non pensando che qualche goliarda – come chi scrive – sarebbe mai andato a leggere quanto messo cortesemente a disposizione.

Non è neppure difficile sincerarsi di persona (e lo può fare chiunque) di quel che si dice in questo articolo, perché sono immediatamente accessibili 63 “discussioni” aperte e 409 chiuse che possono offrire parecchi spunti di riflessione a chi abbia tempo e voglia di approfondire la questione.

Se il tornare in vita di tante persone (purtroppo solo su quelle tabelle e non nella realtà) potrebbe far erroneamente pensare ad un miracolo, le “stranezze” non mancano anche in tanti altri casi dove a fronte di un naturale incremento delle cifre totali si assiste ad una diminuzione spiegabile solo riconoscendo la presenza di errori.

Se apprezzo lo sforzo di limpidezza e visibilità aperta a tutta la popolazione, non riesco a non pormi due domande.

La prima. Perché non si valuta cosa abbia senso debba essere divulgato? Ben venga la casa di vetro, ma forse certe chiacchiere sottovoce (come gli scambi di messaggi che risultano involontariamente dissacranti) dovrebbero rimanere interne tra i soggetti che hanno deciso di cooperare con la Protezione Civile nella sua nobile missione.

Il secondo quesito è di ordine pratico. Su quali dati si sta sviluppando la “app” e si stanno prendendo le decisioni che riguardano la salute e la vita di tutti noi?

A proposito, il dottor Domenico Arcuri che ci ha dottamente spiegato che i deceduti in Lombardia per il coronavirus sarebbero cinque volte i morti civili a Milano nei cinque anni della seconda guerra mondiale, su quali informazioni ha basato il suo calcolo?

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Umberto Rapetto

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